Cronaca locale

Bambina con due papà. Il Tribunale al Comune: entrambi nel certificato

Due genitori uomini nell'atto di nascita. Lo hanno ordinato i giudici. Sala contento

Bambina con due papà. Il Tribunale al Comune: entrambi nel certificato

Il Comune di Milano dovrà registrare anche il nome del «papà non biologico» sul certificato di nascita di una bambina di 4 anni.

La piccola è nata all'estero grazie alla gpa, la gravidanza per altri, detta anche maternità surrogata» od «utero in affitto». E ora l'atto dovrà essere trascritto con due genitori maschi. Lo stabilisce una sentenza del Tribunale civile di Milano che è stata resa nota ieri, e il sindaco si è rallegrato di questo sviluppo, definendolo «un passo in più che ci dà forza».

I giudici hanno accolto il ricorso contro il Comune presentato a maggio dai due papà, che avevano visto sospesa dallo Stato civile la richiesta di trascrizione e correzione dell'atto di nascita statunitense della loro figlia con esplicita menzione della doppia paternità. È stato il sito «Gaynews.it» a dare notizia della sentenza, pubblicando anche la foto dei due uomini che hanno chiesto al Comune la registrazione della doppia paternità.

Il ricorso era fondato sul fatto che la stessa procedura non era stata applicata per i casi di unioni omosessuali femminili, quindi per i bambini nati «con due mamme». «Abbiamo discusso a lungo in Giunta - ha spiegato Sala - e come tutti sanno abbiamo prima di tutto deciso di registrare i figli di due donne, avendo quindi la certezza di almeno un genitore, non abbiamo nulla contro due genitori maschi, c'era solo la preoccupazione che qualcosa di illecito ci fosse in eventuali casi. Io prendo questa decisione del Tribunale come un passo in più che ci dà forza per andare in una direzione che potrebbe essere una direzione di equiparare la genitorialità maschile a quella femminile a quella maschile, però per però per serietà voglio discuterne con la mia giunta perché da un lato è un tema che risponde a questioni di legalità, dall'altro anche a principi morali, per cui voglio discutere con la mia giunta». «A questo punto - ha detto il sindaco - siamo da un certo senso costretti ad accelerare per cui questa discussione avverrà senz'altro nei prossimi giorni».

A sostenere in giudizio le ragioni dei due papà sono stati gli avvocati Manuel Girola e Giacomo Cardaci di «Rete Lenford», l'associazione che si occupa dei diritti Lgbt, cioè lesbiche-gay, bisessuali e transessuali. Il provvedimento, che si colloca sulla scia di quanto già sancito dai Tribunali di Livorno, Pisa e Roma, è stato depositato il 24 ottobre. «In un primo momento, l'atto di nascita era stato trascritto presso lo Stato civile del Comune di Milano con il solo nome del padre biologico conformemente all'originario certificato di nascita californiano - spiega la Rete che si occupa dei diritti Lgbt - Successivamente i genitori avevano chiesto e ottenuto dall'autorità americana la rettifica dei documenti anagrafici della figlia affinché risultassero i nomi di entrambi i padri. Ma il Comune aveva rifiutato di rettificare l'atto di nascita italiano e di aggiungere il secondo genitore».

A Roma per un caso analogo la Procura ha fatto ricorso perché così si legittima l'utero in affitto che è illegale.

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