Cronaca locale

«La base non è contro di me, spetta alla Gelmini decidere»

Il coordinatore di Forza Italia nel mirino dei colleghi si difende: «Solidarietà dal 60% dei consiglieri di zona»

«La base non è contro di me, spetta alla Gelmini decidere»

Giulio Gallera, coordinatore cittadino di Forza Italia, è il grande imputato di queste ore. Cinque consiglieri comunali azzurri su otto hanno messo sotto accusa lui e il capogruppo, Fabrizio De Pasquale. Una lettera di sfiducia politica.

Cinque consiglieri su otto contro di lei sono tanti. Che succede in Forza Italia?

«Da stamattina non faccio che ricevere telefonate e mail in cui mi dicono: “dobbiamo andare avanti, ma siete pazzi”. È partita una lettera di solidarietà dei consiglieri di zona di Forza Italia: il 60 per cento esprime sostegno a me e De Pasquale. E così un'altra lettera di tutti i presidenti dei dipartimenti».

Che cosa dicono queste lettere di solidarietà?

«Sono stupiti e stupefatti di quel che leggono, perché prima che arrivassi io il partito era diverso, prima del 2012 non vi era un'organizzazione così puntuale e un coinvolgimento sistematico degli iscritti. Oggi ci sono dodici dipartimenti che lavorano e producono importanti documenti per i consiglieri. Tutti iscritti al partito e volontari, che si impegnano senza ricevere un soldo. Dal novembre 2012 al partito non è arrivato un euro».

I consiglieri si sono sentiti traditi per la sua intenzione di non votare per la città metropolitana i suoi colleghi di Palazzo Marino Vagliati e Tatarella ma una sua candidata non milanese.

«Il compito del coordinatore cittadino, che ho svolto con successo, è stato fare in modo che i due colleghi che avevano manifestato la volontà di candidarsi riuscissero a candidarsi, quando la grande maggioranza del partito, in particolare il coordinatore provinciale Squeri, era contraria ad avere due candidati. Nonostante io sia il coordinatore e la persona più votata in città, non ho chiesto che ci fosse una persona vicina a me come candidato. Un segno di responsabilità e generosità».

Dicono che lei abbia fatto tre nomine all'Anci di testa sua, senza concordarle con nessuno.

«Il coordinatore cittadino è un organo monocratico, che decide da solo. Come tutti, ho fatto le mie valutazioni e le mie scelte, in totale analogia con quello che accade a livello provinciale e regionale».

Non pensa che sapervi tanto impegnati in dibattiti di questo tipo sgomenti i cittadini?

«Sì, e per questo trovo che la lettera dei colleghi di Palazzo Marino sia non solo incomprensibile ma autolesionistica. Qualcuno sta danzando sul precipizio, noi dobbiamo dare un segno di grande unità e occuparci dei problemi della città».

Invece Forza Italia sembra un partito diviso. Quali sono le ragioni?

«C'è un partito che quotidianamente lavora sul territorio e lo sostiene e qualcun altro che preferisce dilettarsi in polemiche autolesionistiche. Io sono consigliere regionale e quindi devo anche rappresentare le esigenze di tutto il territorio che mi ha eletto: non solo Milano ma anche la provincia. Ritengo sia un mio dovere fare questo. Tutti stanno sostenendo qualcuno, anche Mantovani e Altitonante».

Lei ha detto che il suo mandato è nelle mani del coordinatore regionale. C'è uno scontro tra lei e Gelmini?

«Sono coordinatore cittadino perché eletto da un congresso nel marzo 2012 e poi riconfermato dal coordinatore regionale Gelmini perché si era deciso che tutti gli eletti venissero riconfermati. Ho lavorato moltissimo e sono orgoglioso del lavoro fatto.

Ora spetta al coordinatore regionale fare le sue valutazioni».

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