Cronaca locale

«Bergamo film meeting» e il cinema che verrà

Fino a domenica ricco programma con opere del passato e titoli in concorso in anteprima

Stefano Giani

La scoperta delle nuove tendenze e i volti del cinema che verrà sono i protagonisti di Bergamo film meeting, tradizionale rassegna cinematografica di primavera - in corso fino al 17 - che porta sul Sentierone primizie assolute ma anche testimonial d'antan. Ruolo che quest'anno spetta di diritto a Jean Pierre Leaud, comparso in un cameo nel film di Veltroni C'è tempo e annunciato tra gli ospiti di maggior prestigio del Meeting. Leaud è stato l'alter ego di Francois Truffaut, impersonando Antoine Doinel nel celebre ciclo girato dal regista francese, alfiere della Nouvelle vague. E alcuni titoli come I 400 colpi, Antoine e Colette, Non drammatizziamo... è solo questione di corna per citare una piccola parte della filmografia della coppia Leaud-Truffaut saranno presenti nel programma della rassegna bergamasca.

Sette sono invece i film che si contenderanno la vittoria finale. Tra questi va segnalato Ray & Liz di Richard Billingham che ritrae lo squallore di una famiglia di alcolizzati nella quale il bambino più piccolo viene strappato ai genitori dall'assistenza sociale. Ambientato nell'Inghilterra contemporanea, è la storia vera del regista che rievoca i tratti dolenti dei genitori e il suo triste passato. Proiettato a Locarno è in anteprima italiana come l'altro rappresentante inglese, Obbedisci di Jamie Jones. A loro si aggiungono il greco-cipriota Sacro boom di Maria Lafi, il romeno Un uomo onesto di Hadrian Marcu, la multiproduzione Confini, gocce di pioggia di Nikola Mijovic e Vlastimir Sudar, l'argentino Rosso di Benjamìn Naishtat che ricorda Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e l'altro argentino, l'interessante Il borseggiatore di Agustìn Toscano in cui un uomo che vive di scippi accudisce - sotto mentite spoglie - una delle sue vittime che, durante lo strappo, era rimasta gravemente ferita.

Due le presenze innovative della rassegna - entrambe europee - e provenienti da angoli opposti. Brent Hamer rappresenta la Scandinavia e fa parte dell'ultima generazione di autori norvegessi, Alberto Rodriguez è invece spagnolo con tradizioni decisamente diverse e alfiere di una cinematografia opposta nei canoni e nei punti di arrivo. Di lui ricordiamo La isla minima che ha ottenuto un ottimo riscontro dopo la sua uscita avvenuta cinque anni fa. Un posto di prestigio va riservato a Peter Mullan, conosciuto per i suoi ruoli in Trainspotting di Danny Boyle e My name is Joe di Ken Loach insieme ad altri titoli a propria firma. Nel 2002 ha vinto il Leone d'oro a Venezia con Magdalene. Spazio anche al cinema d'animazione di impronta polacca proprio per non smentire la caratteristica di percorrere sempre sentieri nuovi che differenzino il Meeting dai molti altri festival cinematografici che fanno... concorrenza. Il programma completo su www.bergamofilmmeeting.

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