Cronaca locale

«Fra Berlusconi e Nuovo Centrodestra mi sento come il figlio di due separati»

«È stato difficile decidere di non candidarmi, perché quando devi dire no al cuore e a un ideale grande è dura. Ma il mio non è uno definitivo, se mi vorranno ancora». Dionigi Gianola, per tutti Gigi, ha 38 anni, è sposato, quattro figli, un fratello sacerdote a Milano. Nel curriculum una laurea in Economia, lavoro in banca e nell'export. Oggi è direttore della Compagnia delle opere di Lecco, Como e Sondrio. È capogruppo di Premana centrodestra, nel suo comune alle porte di Lecco. Un astro nascente del mondo cattolico vicino a Comunione e liberazione.
È vero che ha ricevuto pressioni per non candidarsi con Forza Italia?
«Diciamo che sono diventato oggetto di contesa e questo mi ha portato a concludere che non fosse il momento giusto. Vorrei essere motivo di unità. Così in questo momento sento di dover continuare nelle battaglie quotidiane a fianco degli imprenditori, a fare politica nella società civile. Spero in un futuro migliore».
Dicono che Berlusconi sia rimasto ben impressionato da lei. Come è andato l'incontro tra lei e il leader di Forza Italia?
«Devo solo ringraziare il presidente Berlusconi, che conoscevo già come imprenditore e statista. Incontrandolo personalmente, ho avuto conferma di queste sue grandi qualità. Un uomo meraviglioso, di grande umanità. Sono rimasto colpito da lui. Ma mi sento figlio di genitori separati. E vorrei tanto lavorare per farli tornare insieme».
Al momento la separazione sembra netta. Ncd ha preso un'altra strada. Sbagliata?
«È un'anomalia italiana, perché poi vanno tutti nel Ppe. E questo progetto di largo respiro serve anche in Italia, per far ripartire famiglia e impresa. Ma è possibile solo con un centrodestra forte e unito».
Essere figli di genitori separati, dice lei. Questa sensazione di disorientamento è diffusa nella Cdo e negli ambienti che frequenta?
«Sì, è una sensazione diffusa. Questa separazione ha disorientato, come disorientano le separazioni. Se uno vuole portare avanti ideali e principi forti, è l'unione che fa la forza. Per rilanciare l'economia bisogna ricostruire una nuova società che si fondi sulla persona, sui principi cristiani che hanno fatto nascere l'Europa. E questo si riesce a farlo se c'è un progetto forte in una coalizione forte».
Si sente dilaniato anche nel votare?
«Non lo so. Vediamo come si chiudono le liste e le persone che saranno candidate. Io sosterrò chi porta avanti questi valori cristiani in cui credo. Frequento moltissimo il mondo imprenditoriale e sono tutti disorientati rispetto alla politica in genere.

Quando guardo in faccia i miei figli e penso a un progetto futuro, mi auguro che rinascerà un'alleanza forte, unita, che dia spazio ai moderati».

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