Cronaca locale

«Berretto a sonagli» per le risate di Pirandello

Sipario aperto su una pietra miliare tra le sue commedie. Malosti: «È la chiave per scoprirlo»

Antonio Bozzo

Valter Malosti è soddisfatto, come può esserlo un intelligente uomo di teatro, dunque sempre pronto ad accogliere suggerimenti da proprie riflessioni o dalla risposta del pubblico. Dal 21 al 27 febbraio «Il berretto a sonagli», pietra miliare tra le commedie di Luigi Pirandello, va in scena al Franco Parenti con la sua regia e interpretazione. «Con Pirandello bisogna trovare la chiave», dice Malosti. «L'idea di portare in teatro proprio questa commedia è nata anni fa a Samarcanda, durante un progetto culturale con ragazzi uzbeki che studiano italiano. Ragazzi straordinari, che ascoltando la lettura del testo pirandelliano ridevano, cogliendone tutto lo spirito comico. Certo, con il loro italiano imperfetto, perdevano il ron-ron, la musica profonda della lingua del drammaturgo siciliano. Ma fu vedendoli attenti e divertiti che pensai al mio primo Pirandello». Malosti lo ha realizzato con la sua compagnia, e dà vita anche a Ciampa, il protagonista, lo scrivano fatto cornuto dal suo principale, il cavalier Fiorìca. Non raccontiamo la trama - reperibile in ogni repertorio, e ovviamente in Rete -, ma anche chi non ne conosca l'intreccio sa che «berretto a sonagli» («a birritta cu' i ciancianeddi» in siciliano) era il berretto indossato dal buffone, simbolo della follia, che in Pirandello si rovescia in verità. «Il mio ruolo è stato di Eduardo de Filippo, il Ciampa più convincente», racconta Malosti. «Fu proprio Pirandello a convincerlo a portarlo in teatro, nel 1935. Eduardo tradusse in napoletano la commedia che, nata in siciliano nel 1916, era stata aggiustata e tagliata in italiano dal capocomico Angelo Musco. La versione originale del Berretto, Pirandello la perse, venne ritrovata solo nel 1965». Ed è a questa versione che Valter Malosti fa riferimento nella messinscena. «Però l'ho integrata con nuove parti in siciliano e in italiano con venature dialettali. La commedia, che contiene tutte le ossessioni di Pirandello, è scritta per un comico ed è un testo perturbante che ha bisogno della risata. Le figure femminili hanno grande rilevanza, quasi prepotenza. Beatrice (Roberta Caronia, ndr), la moglie tradita del cavaliere, diventa centrale nella storia, si può dire sia lei la protagonista». Lo spettacolo, prodotto da Teatro di Dioniso con il sostegno di Sistema Teatro Torino, vede in scena la collaudata compagnia di Malosti. Con il regista e Roberta Caronia, altri cinque attori, tra i quali due donne «prepotenti»: La Saracena (Paola Pace) e Fana (Cristina Arnone). «Per me Ciampa, in questa storia che ha l'andamento della farsa nera, è un buffone tragico dal tocco alla Molière», conclude Malosti. Ci saranno altri Pirandello nel suo futuro? «Vorrei, sì. E avrò bisogno della massima libertà di espressione.

Ma non sto ancora lavorando a un progetto vero e proprio: ho appena terminato le repliche di 'Venere in pelliccia', con Sabrina Impacciatore, e adesso il mio 'Berretto' deve affrontare il pubblico esigente di Milano al Parenti».

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