Cronaca locale

Le «Bestie» son tornate Falso scandalo al Piccolo

Lo show della Dante riempie ancora lo Strehler Ma quel paradiso perduto è incomprensibile

Le «Bestie» son tornate Falso scandalo al Piccolo

«Nello spettacolo sono presenti scene di nudo integrale: se ne consiglia la visione a un pubblico maggiore di 16 anni». A suggerire riguardi nei confronti di un (improbabile) pubblico minorenne è una nota del Piccolo Teatro, che ottiene il risultato opposto: incuriosire, se non proprio dar di gomito, quasi a dire «ehi, venite che ci sono i nudi». I nudi in Bestie di scena ci sono, dall'inizio alla fine. Cifra distintiva dello spettacolo diretto da Emma Dante, che dopo l'enorme successo della scorsa stagione è tornato allo Strehler (fino a domenica).

La coproduzione Piccolo, Compagnia Sud Costa Occidentale, Teatro Biondo di Palermo e Festival di Avignone, mette sul palcoscenico una tribù di creature inquiete. Forse «scimmie nude» (direbbe Desmond Morris), in realtà quattordici esseri umani che attraversano un mondo pieno di insidie. Indifesi come pulcini, immaginano, vagano davanti al pubblico, quasi danzando, senza comunicare un senso apparente del loro muoversi. Parlano emettendo suoni gutturali, sempre più primitivi, più nudi non solo perché non coperti da abiti, ma soprattutto per l'assenza di sovrastrutture che ne determinino l'operare. «Il palcoscenico - ha spiegato Emma Dante nelle sue note di regia - è il luogo del peccato. C'è tutto ciò che serve: la casa, la stanza dei giochi, l'odio, l'amore, il rifugio, la paura, il mare, il naufragio, la trincea, la tomba dove piangere i morti, i resti di una catastrofe. Le bestie di scena si illudono di vivere, nutrendosi di poltiglie, farfugliando storie. Credono nei giochi, se ne lasciano incantare fino alla demenza. Dopo svariate prove, arriverà un ultimo comandamento, il più terribile. Gli imbecilli disubbidiranno. Sceglieranno di restare nudi davanti a noi. La loro scoperta sarà di essere sempre stati nudi e di non essere stati altro che quello». Emma Dante si è spiegata così, anche se siamo tutti autorizzati a non aver capito molto del paradiso perduto che ci ha ci ha confezionato. Uno spettacolo dove parla il sudore dei corpi, con quadriglie in apparenza sciolte nel caos, e invece gestite con ferma mano autoriale dalla regista siciliana. La critica non sempre ha gradito questa incursione di Emma Dante nel teatro costruito su performance, invece che su intrecci drammaturgici.

Ma i numeri contano, i milanesi hanno adottato le Bestie di scena, e le apprezzeranno anche in questa seconda tornata.

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