Cronaca locale

Il Bianchini lascia i tetti e sale sul barcone

Dal 15 ottobre serate romantiche sui battelli in Darsena guardando film vecchi e nuovi

Stefano Giani

Dall'alto del cielo a pelo d'acqua, il cinema d'autunno cambia destinazione ma non natura. È magia, ovunque sia. È la notte che non immagini e per sognare non serve chiudere gli occhi. Anzi. Restino ben aperti. Cinema Bianchini, accaldato dopo un'estate torrida, fa le valige. Scende da quelle terrazze a due passi dalle stelle e si siede, comodo, al tepore di un barcone in Darsena. E fa niente se c'è nebbia. In fondo è poesia anche quella. L'anno scorso aveva debuttato e siccome ai milanesi è piaciuto, si replica. Dal 15 si torna a guardare i grandi film nel bel mezzo della laguna. Gli orari - che dettaglio! - saranno un po' anticipati perché in autunno le tenebre non si fanno pregare. Poi, basterà lasciarsi rapire da Tyrone Power che fa il piacione con Marlene Dietrich in Testimone d'accusa. O da Mastroianni che, ne La dolce vita, si lascia chiamare dalla Ekberg con quell'indimenticabile «Marcellooo», diventato il richiamo più celebre del cinema mondiale. O ancora da Owen Wilson, autore in cerca di personaggi che si lascia sedurre dalla letteratura in quel Midnight in Paris dove tutto sembra possibile pur essendo per mano alla più smorta delle fidanzate.

Film di ieri e di oggi, insomma, in un cartellone ricco di re-visioni. Perché il Bianchini è nostalgico e sia a tre metri sotto il cielo sia a livello mare ama proiettare capolavori del passato. Un tempo non poi così lontano che può dilatarsi fino ad arrivare al Boom degli anni Sessanta di Risi e Monicelli con l'audace Vittorio Gassman de Il sorpasso o Totò che dà lezione di furti nei Soliti ignoti o al 1951 con il De Sica di Miracolo a Milano. E proiettare un film in barca, in pieno autunno, nel bel mezzo di un vecchio porto, il sapore di un piccolo miracolo ce l'ha davvero. La passione per il cinema abita una serata che ha poco in comune con tutte le altre. Si salpa. Si visita la Darsena dall'acqua e poi il barcun si fermerà nel centro dove il sogno prenderà finalmente corpo.

Più prosaicamente, per mantenere i piedi ben saldi a terra e riconoscere alla Settima Arte la dignità che merita, aggiungiamo che se il film non soddisferà il gusto sarà impossibile uscire anticipatamente. Un'iniziativa lodevole di Milanocard perché didattica. Un'opera d'arte - indipendentemente dal giudizio che se ne fornirà alla fine - va vista nella sua completezza. E il Bianchini è la negazione di quelle sgradevoli e fastidiose processioni verso l'uscita che disturbano chi vuol gustarsi l'intera proiezione. A bordo non ci saranno recriminazioni. L'accoglienza è studiata nei particolari e l'organizzazione darà un servizio raffinato con ogni confort.

Non solo cielo e non solo acqua, però, per il cinema d'antan che Milano non vuol perdere. Tra le iniziative di Milanocard - che a inizio d'anno ha aperto gli archivi della Ca' Granda e il sepolcreto dell'Università degli Studi quando era un ospedale - c'è l'allestimento di una sala cinematografica nella cripta della chiesa della Beata Vergine. Il progetto è ancora nelle fasi iniziali ma presto se ne sentirà parlare. E dalle terrazze sopra la Galleria, d'inverno, ci si ritroverà nel sottosuolo. Aspettando una nuova estate per...

tornare a riveder le stelle.

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