Cronaca locale

Black bloc? I soliti noti Ma il Pd non ha firmato la richiesta di sgombero

La base anarchica era nell'albergo occupato Un consigliere ha tentato di farlo liberare, la maggioranza in zona ha sempre detto no

Black bloc? I soliti noti Ma il Pd non ha firmato la richiesta di sgombero

In questi quattro mesi aveva più volte provato a far votare una mozione al consiglio di quartiere per chiedere lo sgombero del circolo di via Settimo, ma i democratici hanno sempre fatto spallucce. E adesso il forzista Alessandro De Chirico potrà consolarsi con la conferma che lo spazio è stato usato in questi giorni come «covo» per ospitare alcuni tra i più pericolosi antagonisti. Proprio lì a due passi, in via Washington, la polizia ha infatti fermato l'altro giorno 14 greci sospettati di aver partecipato alle devastazioni del 1° maggio. Eseguito il prelievo coatto della saliva, il loro dna verrà comparato con quello raccolto dagli indumenti abbandonati in strada.

Erano tutti dunque ben noti i «covi» dei black bloc che in queste giornate milanesi hanno potuto contare sull'appoggio dei gruppi anarchici più estremisti. A cominciare da «Cuore in Gola» al ticinese, dove gli squatter possono contare oltre che sul centro sociale anche su circa 200 alloggi Aler occupati. Ma per entraci ci sarebbe voluto l'esercito, vista anche la massiccia presenza di nomadi, clandestini e spacciatori. Altra zona rossa il Giambellino, le case occupate di via Odazio, i vicini centri sociali «La Mandragola», «Base Popolare e la sede di «Radiocane». Qui per la verità la Digos ha anche provato a infilarci il naso, tornando con un buon raccolto: un arsenale di armi improprie e una ventina di stranieri per i quali ha anche chiesto l'espulsione immediata. Ma il giudice ha risposto che non era provata la connessione tra mazze, bulloni e gli anarchici fermati. Quindi tutti liberi.

Ancora più stravagante la situazione dell'albergo Piemonte di via Ruggiero Settimo, traversa di via Washington, preso dagli anarchici a gennaio e ribattezzato «Gran hotel occupato». Subito dopo erano iniziata la battaglia del consigliere di zona di Forza Italia Alessandro De Chirico per votare una mozione che ne chiedesse lo sgombero. Ottenendo dai colleghi del pd queste sconfortanti reazioni: uno non voleva firmare firmare documenti con il logo di Forza Italia, un altro che Pisapia aveva già preso posizione contro le occupazione, due che avevano fatto bene ad occupare uno spazio vuoto, qualcuno che ci devono pensare i legittimi proprietari a chiedere lo sgombero. Legittimi proprietari che in queste settimane hanno dovuto patire il danno e la beffa. Oltre a essere stati «espropriati» infatti si sono trovati a pagare le utenze degli allegri anarchici.

Qui dovrebbero essersi acquartierati i 14 anarchici fermati in via Washington e fermati dalla polizia. Portati in questura sono stati sottoposti al prelievo coatto della saliva, nonostante le strazianti implorazioni dell'avvocato Eugenio Losco. Caricati su un aereo e rispediti a casa, nei prossimi giorni si eseguiranno le comparazioni del dna con quello ricavato dagli indumenti abbandonati in strada dai black bloc dopo il pomeriggio di guerriglia.

Se sarà positiva verranno anche loro accusati di devastazione e saccheggio, insieme ai cinque arrestati subito dopo gli incidenti e ai 33 identificati, e solo denunciati, in metropolitana e in stazione Centrale mentre cercavano di allontanarsi da Milano.

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