Cronaca locale

Dopo il blitz in Centrale Sala contro il questore: "Andava concordato"

Il sindaco critica Cardona per i controlli E il 20 marcerà per accogliere i migranti

Dopo il blitz in Centrale Sala contro il questore: "Andava concordato"

Non è piaciuto a molti il modo con cui il questore Marcello Cardona ha coordinato martedì pomeriggio il blitz delle forze dell'ordine in Stazione Centrale per controllare i migranti. A essere contestato dal sindaco e da chi nella sua giunta si occupa di sicurezza e immigrazione l'operazione organizzata e messa in atto in solitaria, senza avvertire chi di dovere. E la «spettacolarità» dell'operazione con uomini a cavallo, elicotteri, e metropolitane chiuse. Tanto da far pensare a un'operazione di antiterrorismo. Così chi doveva scappare lo ha fatto, operazioni antidroga o contro la criminalità si fanno con gli agenti in borghese si mormora a Palazzo. Il giorno dopo, infatti, su 52 fermati 26 sono stati trattenuti in attesa delle decisioni sull'espulsione o sul trasferimento nei centri di permanenza, 3 arresti per spaccio.

Dal 1998 amministrazione e forze dell'ordine lavorano a stretto contatto e in collaborazione, aspetto che ieri è venuto meno, come ha sottolineato lo stesso sindaco Beppe Sala: «Ci sono tante operazioni che facciamo assieme, che vanno fatte assieme. Il mio tema è facciamole sempre insieme o concordiamole sempre». Il sindaco ha preferito non sbilanciarsi troppo sulla vicenda. «Voglio avere il tempo giusto prima di dare giudizi e voglio parlare con il Questore - ha aggiunto -. Dico due cose: certamente un maggiore controllo sulla stazione Centrale e su piazza duca D'Aosta è quanto i milanesi vogliono, ma certamente iniziative del genere devono essere concordate e gestite assieme. Non posso e non voglio dire di più finché non incontro il Questore - ha spiegato - . Non ho ritenuto neanche di chiedere un incontro in quattro e quattr'otto». Il sindaco ha poi chiesto la convocazione del Comitato per l'ordine e la sicurezza mercoledì prossimo con il ministro dell'interno Minniti per capire meglio i termini della legge sulla sicurezza urbana.

Nel mirino dunque il metodo. La legge Minniti prevede una concertazione tra amministrazione, Prefettura e Questura sulla sicurezza urbana, ma martedì la legge non è stata minimamente applicata.

«Da tempo abbiamo chiesto a Prefettura e Questura una massiccia campagna di identificazione di coloro che stazionano nell'area della Centrale e intorno all'hub di via Sammartini. Purtroppo queste identificazioni non possono essere svolte dalla Polizia Locale - commentava ieri l'assessore alla Sicurezza Carmela Rozza -, abbiamo chiesto anche la presenza di una pattuglia della Polizia di Stato. Questo intervento va in quella direzione auspicata da tempo, mi auguro solo che questo non sia solo un blitz episodico, ma che questa attenzione, anche in forma minore, continui con costanza nel tempo». Meglio controlli continui e nell'ombra piuttosto che blitz occasionali e spettacolari, la linea dell'assessore Rozza.

Per risolvere il problema di degrado in via Sammartini e dintorni, occorre distinguere tra i richiedenti asilo, chi non ha intenzione di fare domanda in Italia, e chi invece non ne ha diritto. É tornato sul tema ieri mattina anche l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino per chiedere, come ha spiegato anche il sindaco, più velocità nelle procedure per la protezione internazionale. «Quello che chiediamo alla Questura è una maggiore tempestività nelle verifiche delle richieste che i migranti fanno di accettazione dello status di rifugiati - ha ribadito Sala -. Certo è che se fanno la richiesta in sette giorni e poi ci vogliono due o tre mesi, la questione è un po' complessa».

Dopo il blitz in Centrale la sinistra compatta ha annunciato con ancora maggiore forza la marcia dell'accoglienza del 20 maggio. «Io ci sarò - ha detto Sala -.

Magari si può vedere una contraddizione, un paradosso rispetto a quello che è successo ieri, ma proprio per questo spero in una marcia del 20 maggio ancora piu viva e partecipata».

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