Cronaca locale

Il bocconiano che batte la crisi vendendo «on line» ai cinesi

Ha trasformato i cinesi in un affare. Alessandro Zhou, 25 anni, dopo la laurea all'università Bocconi ha aperto il sito «vendereaicinesi.it». Il primo in Italia che si basa su un'idea semplice quanto efficace: creare una piattaforma per mettere in contatto venditori e compratori grazie alla traduzione dei rispettivi annunci. E nella sua semplicità ha funzionato abbastanza per convincere Zhou e soci a varare anche «turisticinesi.it», un altro sito internet basato sull'idea che ormai siano i cinesi ad avere i soldi. Sia per comprare attività e immobili, che per andare in vacanza.
È da questo concetto che è nata la prima esperienza del giovane bocconiano e dei suoi soci: un servizio per permettere a imprenditori, ma anche semplici privati, di mettere in vendita i propri beni su un mercato immenso e ricco di liquidità come quello cinese: «Funziona così – spiega Sergio Toppino, socio di Zhu -, chi ha un bene da vendere si rivolge a noi che, per una cifra estremamente contenuta, 39 euro, lo traduciamo in mandarino, in questo modo lo rendiamo comprensibile e leggibile anche ai cinesi e così abbiamo risolto un paradosso, cioè che proprio chi ha maggiore disponibilità e liquidità è anche chi ha più difficoltà a leggere le inserzioni». Adesso invece grazie agli accordi tra il sito di Zhou e alcune piattaforme di annunci cinesi l'Italia si è messa in vetrina: già in primavera, l'inaugurazione è avvenuta a inizio anno, erano stati registrati oltre duemila annunci.
E molti venivano da Milano e dalla Lombardia: immobili, in particolare locali per parrucchieri, ma anche partite di vino e molti prodotti artigianali. Il buon riscontro di pubblico ha spinto poi il sito, che oggi ha già superato i seimila annunci e i seicento utenti unici cinesi al giorno, ad allargare i propri orizzonti. Tanto che in pochi mesi sono nati i suoi gemelli in Spagna, Francia e Germania.
Allo stesso modo è nato anche il sito web «turisticinesi.it», una sorta di ponte tra alberghi, ristoranti, spa e attività simili con le agenzie di viaggio cinesi. La tariffa base in questo caso è di 75 euro e può arrivare al doppio. Cifre che in realtà sono contenute se si considera che i turisti orientali, che lo scorso anno hanno superato la cifra record di ottanta milioni, sono i più spendaccioni del mondo secondo una recente ricerca del «White paper» sui viaggi di lusso dell'Hurun report. E considerano il Belpaese la loro sesta meta preferita per le vacanze. Un mercato potenzialmente molto ricco in cui si sono buttati Zhou e soci. Grazie a loro si compila una scheda della propria attività e la propria proposta raggiunge i nuovi ricchi del pianeta, aprendo così nuove strade al business.
E anche questa loro iniziativa ha riscontrato un buon interesse degli operatori del settore. Sono già una quindicina, infatti, i tour operator che dal nord al sud della Cina hanno aderito. E così il giovane bocconiano e i suoi soci hanno reso i cinesi una risorsa - la loro azienda infatti assume, in controtendenza con altre realtà imprenditoriali -, e non un concorrente imbattibile.

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