Cronaca locale

Da Boldini a Segantini, impressioni da Parigi

Brulicano come api d'oro alcune chicche organizzate in occasione di Expo e Milano si fa sempre più artistica. La galleria d'arte moderna di via Manzoni 45 propone un evento dedicato alle eccellenze della pittura italiana del XIX secolo, che hanno partecipato alle esposizioni universali a cavallo dei due secoli come Vienna (1873), Philadelphia (1876), Parigi (1878), Anversa (1885), St.Louis (1904) e Milano nel 1906. La rassegna, «Da Boldini a Segantini. Riflessi dell'Impressionismo in Italia» rimarrà aperta fino al 28 giugno.

Ad accogliere il visitatore il dipinto di Mosè Bianchi, rimasto in Francia per quasi un secolo e riportato in Italia da Enrico Piceni che curò l'acquisto da parte di un collezionista. In primo piano appaiono due damigelle a passeggio con ombrellino. E' una testimonianza sorprendente dell'antica Milano: sullo sfondo una parte della Veneranda Fabbrica del Duomo in un gioco di colori, di luci e ombre impressi e mossi dalle stesse donne a passeggio. In lontananza gente che s'incontra in una giornata di festa e la visione dei portali del Duomo. Questa è solo la prima di trentacinque opere mai esposte a Milano; tra i capolavori «Alpe di maggio» di Giovanni Segantini.

Suggestivo il dipinto di Federico Zandomeneghi, appartenuto alla raccolta di Giacopo Jucker. Il quadro raffigura una bella donna china sulla scrivania seduta di lato con una lunga gonna di raso rosa e una fresca camicetta bianca intenta a scrivere forse al suo amore. «Via Ravenna», capolavoro di Telemaco Signorini, inedito degli inediti nel capoluogo lombardo, proviene da una nobile famiglia fiorentina. «Esercizi di cavalleria» di Giovanni Fattori dopo diversi decenni esce per l'occasione dalla raccolta privata che lo custodisce. «Dall'alto» di Filippo Carcano, di proprietà di un'importante raccolta statunitense, non era stato più esposto in Italia da più di un secolo.

«Gli scavi di Pompei» di Filippo Palizzi è un olio su tela dal quale spicca il rosso di un muro pompeiano sotto un cielo terso e turchino; proviene dalla Quadreria Edison di Milano. Non manca un Tranquillo Cremona del Museo Malinverni dal titolo «Ritratto dell'attrice Emma», seguono «Due bambole» di Antonio Mancini, una splendida veduta di «Buckingam Palace di Giuseppe De Nittis con una Londra dalle tinte chiare e dagli spazi vasti, dove serenità e silenzio sembrano volere essere protagonisti assoluti. «Veduta dalla luna» di Guglielmo Ciardi raffigura un ragazzino chino sulla spiaggia vicino ad una sorta di antico pozzo rudimentale, intento a raccoglier conghiglie quasi a fare a gara con un altro bambino. La mostra, accompagnata da un catalogo descrittivo, è curata da Enzo Savoia e Francesco Luigi Maspes esperti da anni dell'Ottocento italiano che rasserena con le sue dolci scene. E' visitabile tutti i giorni, tranne la domenica e il lunedì.

L'ingresso è libero.

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