Cronaca locale

Bolle in pentola il rilancio della Fiera

Presentata «Host» la kermesse per alberghi e articoli da cucina che chiuderà Expo a fine ottobre

«Per me è un vecchio amore. Fino al 2009 (cioè quando era ancora ad di Fiera Milano Expocts, ndr ) la organizzavo. E ora resta comunque un modello da replicare: “Host” è esattamente come dovrebbe essere gestita una fiera».

Non è di poco conto il giudizio di Corrado Peraboni su «Host-Milano 2015». E non tanto perché è l'ad di «Fiera Milano spa» a parlare, ma piuttosto perché l'uomo si è sempre, forse modestamente ma con sincerità, definito «un tecnico del sistema fieristico». Quindi uno specialista concreto. E come tale «contrario alle logiche campanilistiche dell'eccellenza produttiva che raddoppiano le manifestazioni, le fiere, indebolendole e lasciando agli stranieri (tedeschi in particolare, seguiti dai francesi) il primato anche quando gli espositori sono praticamente tutti italiani». «Host» - fiera internazionale che parte dal cibo e tutto quanto serve a prepararlo fino a raggiungere l'ormai gigantesca filiera dell' hospitality - ha dimostrato infatti di avere tutti i numeri per diventare per l'ospitalità italiana a tutto tondo quello che il Salone è per il Mobile. E allora perché no se è vero, com'è emerso ieri, che la crisi, anche nei momenti peggiori, non ha mai penalizzato il settore, limitandosi al massimo a lasciare certi «numeri» inalterati (come ad esempio il milione di euro di fatturato di pentole di cui continuiamo ad esportare imperterriti non oltre il 66 per cento)?

L'appuntamento internazionale presentato ieri mattina nello stand di «Identità Golose» a Expo - attraverso un piccolo meeting con più interventi sulla internazionalizzazione delle piccole-medie imprese, il fuori casa e il ruolo delle fiere di settore - quest'anno si estenderà su 14 padiglioni e 3 macro aree a FieraMilano Rho dal 23 al 27 ottobre, proprio in concomitanza con gli ultimi giorni dell'Esposizione universale e ospiterà oltre 1900 (sono già 1748) espositori e circa 1500 buyer mandati dalle grandi catene, ma anche da hotel di charme, manager di boutique di alberghi a 5 e a 7 stelle. Naturalmente ci sarà il meglio del settore, dall' italian way of life che fa del nostro Paese un vero leader mondiale e ci ha reso famosi ovunque , ma anche la tecnologia dei macchinari per la cucina di ristoranti e alberghi sarà al centro di «Host 2015», insieme a tutto ciò che concerne il vasto e incantevole mondo dell'arredo.

«Il settore rappresentato da “Host“, con i suoi 33 milioni di euro di export, rappresenta un megatrend - ha spiegato un'altro relatore con il polso della situazione, Riccardo Monti, presidente di Ice (Italian Trade Agency), agenzia a supporto delle aziende e delle fiere, che nell'ultimo anno e mezzo ha aperto altri nuovi 5 uffici nell'Africa subsahariana -. In Cina su otto ristoranti stranieri, sette sono italiani e uno francese. Il cibo italiano è più buono, più salubre, ma resta ancora tanto da fare se non vogliamo continuare a restare sotto Germania e Francia. I poli fieristici devono diventare, in questa ottica, massimamente efficaci, dobbiamo aiutare chi vende a vendere al meglio».

Anche Alberto Caprari, presidente della federazione delle Associazioni nazionali dell'industria meccanica varia ed affine (Anima-Confindustria) e che rappresenta ben 43 milioni di produzione di cui 5 riferibili al mondo della ristorazione, punta all'eccellenza dell'Italia. Dove molte aziende non sono brand, marchi, ma magari grandi specialisti con 20 operai che vendono la meccanica italiana (che Caprari ha definito «entusiasmante» nel preservare le caratteristiche organolettiche e la salubrità del cibo) al colosso tedesco perché «anche il semplice panino ha bisogno di un forno di qualità». Lo stesso vale per le macchine del caffé, per quelle del gelato, le affettatrici.

Una meccanica per cui «Host» è il trampolino di lancio finale.

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