Cronaca locale

Via Borgogna, la perizia che dimostra l'irregolarità del cantiere

«Gli scavi mettono a rischio le fondamenta degli edifici». L'assessore: «Non mi riguarda»

Mimmo di Marzio

Nella Milano dei mille cantieri, in particolare quelli del centro storico, è cominciato inesorabile il count down che separa i cittadini dal periodo natalizio, quello che sancirà il definitivo caos della mobilità. L'assessore preposto, Marco Granelli, getta acqua sul fuoco e in una seduta consiliare aperta ai cittadini del Municipio 1, assicura che la situazione del lavori per la MM4 è sotto controllo e i sacrifici di commercianti e residenti saranno ricompensati da parziali risarcimenti e da un futuro viabilistico con trenta milioni di auto in meno. Un dato che suona ancora più beffardo per i residenti e commercianti dell'area di San Babila che vedono i disagi moltiplicati da un iniquo cantiere, quello di via Borgogna, che con la metropolitana non c'entra nulla e che anzi vorrebbe dar vita all'ennesimo parcheggio sotterraneo in pieno centro. Il cantiere suddetto è per altro deserto e abbandonato da circa sei mesi dai titolari della società «Expo Borgogna Parking». A seguito di un ricorso, un decreto del Consiglio di Stato lo ha infatti bloccato per irregolarità e, in attesa di una sentenza che slitta da mesi, sono sparite anche le ruspe per lasciare il posto a degrado e sterpaglie. Un intervento del Comune è stato più volte sollecitato dai legali dei residenti per porre mano alla situazione, anche in virtù di una perizia effettuata prima dell'estate che dimostra come il progetto di «Expo Borgogna Parking» non rispetterebbe le misure di sicurezza per la stabilità dei fabbricati. «Ma dall'ufficio di Granelli è stata finora lettera morta», protestano i legali dei residenti. Lo stesso assessore, interpellato in materia durante la seduta consiliare di cui sopra, ha pilatescamente dichiarato che la questione non è affar suo. «Non ci occuperemo di quel cantiere fino a quando il Consiglio di Stato non emetterà sentenza sul ricorso» glissa. Oltre alla mancanza di sensibilità nei confronti di residenti e commercianti costretti a un disagio immane quanto inutile e gratuito, Granelli dimostra però anche di ignorare il merito di un provvedimento, quello dei giudici romani, che nulla ha a che vedere con le istanze dei residenti. Il Consiglio di Stato deve infatti pronunciarsi su un ricorso di Bryan&Barry Building che si oppone al parcheggio in quanto impedirebbe il normale accesso delle merci al grattacielo, danneggiando le attività dell'esercizio.

Tutt'altra questione è invece quella legata alla scarsa sicurezza di uno scavo previsto di oltre quattro piani interrati che, come dimostra la perizia commissionata dai residenti, verrà eseguito a una distanza dalle fondamenta dei fabbricati inferiore agli standard legittimi. «Stiamo parlando di edifici costruiti negli anni '50 - dicono i tecnici che hanno effettuato la perizia sotto i cavedi - e le fondamenta, che poggiano sulla ghiaia, sconfinano con dei plinti di fondazione per quasi un metro oltre il perimetro dei fabbricati. Esiste una sentenza del Consiglio di Stato (n.81/2016) che prescrive una distanza minima dal confine delle fondazioni di almeno due metri. Considerata l'esistenza dei plinti, la perizia dimostra che questa distanza non è rispettata dal progetto». A seguito di alcune raccomandate inviate prima dell'estate al Comune e a Expo Borgogna Parking, gli esiti della perizia sono stati visionati dal direttore del cantiere e anche da due tecnici del Comune. «Ci avevano assicurato che avremmo presto avuto notizie dall'Ufficio Parcheggi, ma da allora solo silenzio».

Oggi però l'assessore Granelli dice che la questione non è affar suo.

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