Cronaca locale

Sanità, 1.400 assunzioni Si dimezza il precariato negli ospedali lombardi

La Regione accelera, delibera entro fine mese Mantovani: «La stabilità migliora il lavoro»

Nuovi contratti in arrivo negli ospedali lombardi: un precario su due verrà assunto. Saranno in tutto 1.400 le new entry. Per lo più si tratta di dipendenti che ora vanno avanti con contratti a termine e che da anni sperano di essere regolarizzati. La Regione Lombardia approverà la delibera entro la fine di maggio. Subito dopo verranno aperti i bandi interni agli ospedali e si procederà con la nuova infornata. Nel frattempo, tra dimissioni e pensioni, l'organico degli ospedali si alleggerirà di 3.200 persone. Verrà garantito il turn over al 40%. «Sono convinto - spiega l'assessore regionale alla Sanità Mario Mantovani - che si lavori meglio se si è sicuri del proprio posto di lavoro, se c'è stabilità nel contratto».

Per questo il Pirellone ha deciso di anticipare il piano assunzioni e di avviarlo già nei primi cento giorni di amministrazione, mettendolo in agenda assieme ad altre priorità. Tra queste il riordino della rete ospedaliera e delle Asl, la riduzione delle liste d'attesa (a cominciare dalle zone «imbuto», dove per un esame bisogna aspettare fino a tre mesi) e la correzione del ticket, che probabilmente verrà pagato anche dagli over 65 con un reddito alto. Verrà affrontato il tema dell'assistenza ai malati cronici e quello dei costi standard.

Ognuna di queste voci sarà approfondita da un gruppo di lavoro specifico in Regione Lombardia e andrà a riscrivere la sanità lombarda. «Presenteremo la riforma entro la fine di luglio - annunciano Mantovani e il presidente della Regione Roberto Maroni - Non ridurremo i fondi agli ospedali, piuttosto li trasformeremo in base ai bisogni e alla nuova organizzazione». Mentre i tecnici sono già al lavoro per creare i nuovi poli specialistici e per uniformare i costi del materiale ospedaliero, i politici lanciano un appello urgente al neo premier Enrico Letta per risanare la sanità lombarda.

Ad oggi infatti la sanità lombarda ha i costi più bassi d'Italia. «Diamo il 6,8% del pil regionale ma ci torna solo il 5,4%. Queste percentuali sono da correggere e bisogna premiare chi da anni ha i bilanci in ordine». Il presidente Maroni fa notare al governo che se il resto delle regioni italiane «seguisse il modello Lombardia, si potrebbero risparmiare 23 miliardi di euro». E ribadisce che «chi opera bene va premiato». Al suo fianco, nella richiesta a Letta, ci sono i governatori di Piemonte e Veneto: «Abbiamo gli stessi problemi e le stesse esigenze - spiega Maroni - Quindi incontreremo Letta come macro regione».

La riforma della sanità lombarda prevede anche maggiore trasparenza. «Comunicate e rendere noto tutto» chiede l'assessore Mantovani ai direttori generali delle aziende ospedaliere e delle Asl.

«Chiudiamo il capitolo dei casi del malaffare - aggiunge Maroni - La sanità lombarda non è questo, ma sarà più limpida».

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