Cronaca locale

«Break in jazz» trasloca ancora dal centro città va a CityLife

Luca Pavanel

«Sai il 2 maggio ricomincia Break in jazz? La rassegna è stata trasferita ancora, questa volta a CityLife...». Risposta: «Ma no... e perché?». Ha sorpreso non poco - e parecchi tra gli interpellati - il trasloco di questa iniziativa musicale, una tra le più amate a Milano e comode, almeno per quanti abitano, lavorano, transitano e bazzicano il centro e quartieri limitrofi. Perché il cambio di indirizzo ha stupito lo si può immaginare: CityLife, che si trova nella zona della vecchia Fiera - una zona nuova e modernissima, un luogo rappresentativo di una metropoli che cambia - forse è un po' «fuori mano» per una manifestazione che sembrava fatta apposta per il cuore della città, con il suo calore, per un post pausa pranzo con colonna sonora tra i muri e le antichità di Cordusio, o al parco Sempione (nell'ultima versione). Per i turisti, che forse verso le ore 13 è più facile che si trovino vicino al Duomo per mangiare un panzerotto per poi «imbattersi» in Enrico Intra e i suoi ragazzi. Un attimo però.

Criticare e basta non è giusto: l'anno scorso l'evento era al Teatro Burri ed è andata bene. Chi ha deciso di spostare la rassegna 2018 avrà avuto le sue ragioni, per esempio puntare su una zona di super-shopping, dove il viavai dovrebbe essere garantito. Vedremo. Ma passare da piazza dei Mercanti e sentire le percussioni di Tony Arco, il pianoforte di Mario Rusca e la voce di Laura Fedele era una delizia e un sollievo nel caos cittadino. Ma l'oasi continua a viaggiare.

Che dire allora: beati quelli di CityLife, perché la musica che sta per arrivare è proprio bella.

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