Cronaca locale

Da Brera alle Gallerie d'Italia dialogando con Caravaggio

I musei di Intesa Sanpaolo dedicano da oggi una sala al progetto di Omar Galliani: dieci opere «site specific»

Francesca Amè

In piazza della Scala, all'ora di pranzo di un martedì prenatalizio, c'è gente in coda per vedere Tiziano a Palazzo Marino. Alle Gallerie d'Italia, le sale - allestite per L'ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri attorno a quel capolavoro che è il Martirio di Sant'Orsola dipinto dal Merisi - sono affollate di visitatori (mentre le code a Palazzo Reale, sempre per Caravaggio, ormai non fanno più notizia). «Caravaggio è un nostro contemporaneo: quando ne parlo ai miei alunni dell'Accademia di Brera, la sua storia colpisce sempre, il suo stile coinvolge tutti» dice Omar Galliani, artista che del rapporto con l'arte passata ha fatto uno dei suoi marchi di fabbrica. «Caravaggio è artista di potenza incredibile, un David Lynch ante literam. Ha inventato la scena teatrale, l'uso di taglio della luce, la pittura di forza, di intuito, priva di esitazioni, liberatoria», dice ancora e Intorno a Caravaggio s'intitola il suo focus monografico ospitato alle Gallerie d'Italia (fino al 18 marzo, a cura di Raffaella Resch).

È un progetto espositivo che ha offerto al pittore emiliano una sala in cui costruire un cantiere-atelier creativo in dialogo immaginario con il Merisi del Martirio. Il risultato è un viaggio in dieci opere di cui il ciclo Rosso cadmio per Caravaggio, opera site-specific formata da un trittico e da due dittici, è il culmine. Il trittico una rilettura della figura di Sant'Orsola in bianco e nero e, al centro, un quadretto rosso con l'anello, simbolo del suo legame con Dio diventerà parte della collezione della banca. «Studiando quella tela, mi ha colpito lo stupore della Santa, la sua reazione umana: Caravaggio la dipinge mentre china il capo e guarda con sconcerto alla lancia che le trafigge il costato», commenta Galliani che si confronta in modo originale con il tema caravaggesco. «Uso la grafite, che è una sorta di amante giovane: è scura ma diventerà brillante. Lavoro con la luce pur cercando l'ombra». Ne escono quadri che necessitano di tempo e dedizione per essere realizzati. Appaiono sgranati come ingrandimenti di stampe e invece quella tessitura profonda è merito della lavorazione della tavola di pioppo, ben grattata prima di essere dipinta. Spicca poi il rosso cadmio, al centro del trittico, e in contrappunto speculare nei due dittici che completano il ciclo dell'opera.

In mostra anche lavori della fine anni '70, come Apparizione, ispirato a San Matteo e l'angelo del Merisi.

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