Cronaca locale

Bruzzano, 90 migranti nella parrocchia

I timori dei residenti: «Va bene la solidarietà, ma attenzione alla sicurezza»

Michelangelo Bonessa

La parrocchia di Bruzzano torna a essere un centro di accoglienza. Dopo l'anno scorso, riaprono i portoni per 90 migranti. Un'iniziativa non convenzionata, cioè non prevede il versamento dei famosi 35 euro statali, che sta diventando un'abitudine. E a cui non manca un appello della politica locale per un'attenta gestione della sicurezza. Con anche un dubbio sui fondi messi a disposizione dallo Stato sollevato dalle associazioni che si occupano di migranti. Dal municipio 9 arriva la richiesta di non trascurare il controllo della zona: «Da cattolico posso comprendere le ragioni umane e di solidarietà, anche se avrei dirottato questi aiuti verso le nostre famiglie in difficoltà, i nostri malati e i nostri vecchi, ma - afferma Andrea Pellegrini, assessore municipale della Lega - credo vada considerato anche un aspetto importante che è la sicurezza: non va trascurato il presidio del territorio, affinché l'accoglienza della parrocchia non pesi sulla civile convivenza del quartiere».

Invece dalle associazioni che si occupano di accoglienza, quelle cioè che incamerano i famosi 35 euro al giorno, si solleva un dubbio proprio sui fondi statali: perché nei bandi pubblici con cui si accede a questi finanziamenti non c'è l'obbligo di rendicontazione? In sintesi: se domani lo Stato andasse a chiedere come sono stati spesi i denari dell'assistenza ai migranti, nessuno sarebbe tenuto a spiegare dove e come sono finiti. Basta aver fornito i servizi previsti. Il che lascia aperti alcuni interrogativi. Uno, ad esempio, riguarda i 35 euro stanziati dal governo: se quella è la cifra, perché poi i bandi dei comuni sono al ribasso e quello che arriva al terzo settore è inferiore al totale?

La confusione in questo modo aumenta e si creano balletti di numeri che paiono inspiegabili: come per Progetto Arca, secondo ente del terzo settore per entrate dall'emergenza profughi a Milano, che risulta aver preso 18,1 milioni di euro secondo alcuni politici e articoli di stampa. Sui bilanci forniti dall'associazione però c'è scritto che ne hanno ricevuti 11,381,662 dal 2011 al 2015. Anche la mancanza di un modello preciso pesa sull'organizzazione del settore. Una volta la convenzione ha costi in cui sono previste le bollette, una volta no. E via così: si valuta caso per caso. Nel frattempo anche le parrocchie diventano centri di accoglienza, mentre quelli di transito scoppiano.

E all'orizzonte si intravedono altri problemi come l'inverno: secondo alcuni operatori del volontariato c'è il rischio che per il piano freddo non ci siano posti disponibili per chi vive per strada.

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