Cronaca locale

Un buco da 600mila euro Così la Scala stecca l'Expo

In sei mesi il Piermarini ha aumentato l'offerta del 41,5% Ma le presenze sono diminuite. Va bene soltanto la Verdi

Il Teatro alla Scala di Milano
Il Teatro alla Scala di Milano

A Rho si festeggia sventolando la bandiera dei record. In città, invece, si parla di un successo mancato. Expo ha funzionato fra i padiglioni, movida, alberi della vita, eventi ve qualche celebrità. A Milano, invece, non si sono avuti i grandi numeri: né sul fronte dell'hotellerie né della ristorazione. Pollice giù anche per il segmento dell'intrattenimento. Insomma, non c'è stato il «fuori Expo» che ci si aspettava, semmai l'effetto è stato quello di un «svuota città». Che si era lanciata in calendari generosi. Di fatto, i visitatori di Expo sono andati, per l'appunto, a Expo.

Dopo i mugugni, ora arrivano i dati. Li rivela il mensile «Classic Voice», in edicola oggi. Nella lunga e dettagliata inchiesta si riporta la prima sintesi dei dati della Siae relativi ai mesi da maggio a luglio. In questo periodo, contando su una grande affluenza turistica, Milano ha offerto 4.071 eventi fra teatro, lirica, commedia musicale, balletto, arte varia, concerti classici, di jazz e di musica leggera, contro i 3.022 del corrispondente periodo nel 2014, con un aumento complessivo del 34,71%. Tuttavia il pubblico è cresciuto solo del 14,19%, numero che spalmato sull'intero trimestre di iperattività risulta diminuito: la media dei partecipanti a spettacolo era 490 nel 2014, e di 416 nel 2015. Ne hanno fatto le spese anche i grandi marchi. Si parte dalla Scala che mai aveva osato aprire i battenti in agosto, suscitando le solite polemiche d'inizio estate: basta ferie all'italiana, si tuonava regolarmente, ogni santo giugno. Bene. Quest'anno ha prodotto ogni dì, con un aumento dell'offerta del 41,5%, tuttavia, tenendo conto anche delle proiezioni di ottobre, il calo delle presenze è del 5,6%. Gli eventi del 2014 erano 83 mentre quest'anno (fra maggio e ottobre) ben 142, nel 2014 gli spettatori hanno toccato quota 142.997, mentre per la edizione in corso (con proiezioni ottobre) si calcolano 230.784 unità. Conseguenze? 600mila euro di incassi mancati, ha dichiarato il sovrintendente Alexander Pereira. MiTo ha fatto -12,4%, il Piccolo Teatro -2%. A sorpresa, invece, l'Orchestra Verdi ha avuto un aumento del 12%, premiata per l'azione sul campo (estivo) che conduce da almeno tre anni: ormai conta su un suo pubblico. Suo, appunto, non frutto del ciclone Expo.

Imputata numero uno: l'apertura serale low cost, a cinque euro. Non ci voleva, si reclama dalle sale da concerto e teatri della città. Ma siamo sicuri che il pubblico della movida coincida con gli amanti di Pirandello, Shakespeare, Verdi e Beethoven? E ancora. L'altro colpevole è lo spettacolo del Cirque du Soleil, che in tre mesi e mezzo (da metà maggio a fine agosto) ha richiamato 200mila spettatori con un incasso di 7 milioni a fronte di una spesa di 8,5 milioni. Intervistato da Classic Voice, Michele Mondolfo, titolare di un'agenzia che organizza viaggi anche a misura di melomane, ha spiegato che «per completezza di offerta, abbiamo proposto pacchetti per Expo 2015 comprendenti anche serate alla Scala. Ma hanno avuto scarso successo. Del resto - aggiunge - l'avevamo anche previsto». Si tratta infatti di due diverse tipologie di turismo. I frequentatori delle sale da concerto hanno raggiunto Milano per seguire spettacoli, come sempre fanno. Magari hanno fatto un salto all'Esposizione. Ma non è accaduto viceversa, i visitatori arrivati espressamente per l'Esposizione difficilmente hanno pensato di cogliere l'opportunità di entrare nel grande tempio della musica, di ascoltarsi rassegne speciali di musica antica o altro.

Una questione di target.

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