Cronaca locale

Buffalo in stile Gomorra da Chicago fino a Napoli

D'Amore al Parenti nella «truffa» di Mamet Al Filodrammatici si ride con l'estro di Nani

Antonio Bozzo

Il trapianto è venuto benissimo, nessun rigetto che faccia dire «operazione sbagliata». Ne saranno felici Luca Barbareschi, che ha tradotto il testo, e Marco D'Amore, regista, oltre che interprete (con Tanino Taiuti e Vincenzo Nemolato) di American Buffalo, di David Mamet, ambientato nei bassifondi di Napoli invece che a Chicago. Lo spettacolo, al Parenti dal 5 al 10 dicembre, tra i più attesi della stagione, vede D'Amore - diventato famoso in tutto il mondo grazie al suo Ciro della serie tv «Gomorra» - nel ruolo di O' Professore, uno dei tre napoletani intenzionati a rubare, o meglio a riprendersi, il mezzo dollaro chiamato «american buffalo» venduto incautamente dal rigattiere per una cifra irrisoria, mentre vale un tesoro. A Napoli e Roma, il lavoro è stato un successo, così sarà anche a Milano. Per Marco D'Amore, che vive nella sua Caserta, Milano è una seconda patria: qui ha frequentato la scuola del Piccolo, e non gli sembra vero sdebitarsi con la metropoli di formazione recitando in uno dei teatri di maggior livello. Gli appassionati di teatro non possono perdere, al Filodrammatici, un vero fenomeno come Paolo Nani, attore e regista di fama mondiale. Nani, ferrarese del 1956, vive da anni in Danimarca, dove ha una sua compagnia. Al Filodrammatici porta due spettacoli: La lettera, che torna per il settimo anno (fino al 10 dicembre) e, in coda a questo lavoro storico che riempie sempre la sala, Jekyll on Ice (6-8 e 10 dicembre alle 21.15). «La lettera», oltre mille repliche nel mondo, è stata messa in scena la prima volta nel 1992. Di travolgente comicità, con Nani che si fa in quattro, tanto da far capire a tutti cosa significhi «teatro fisico», si ispira a «Esercizi di stile», testo di Raymond Queneau, sorta di manifesto del cosiddetto Oulipo (Officina di letteratura potenziale), movimento che Umberto Eco contribuì a far conoscere in Italia. «Jekyll on Ice», prodotto dal Filodrammatici, se possibile è ancor più surreale: un gelataio, ostinatamente alla ricerca di un gelato originalissimo, mischia ingredienti sbagliati e si trasforma, quasi fossimo in «Helzapoppin'», in un indiavolato rocker, metamorfosi che dà origine a siparietti irresistibili, fino alla pioggia di gelati per tutti. Descrivere Paolo Nani in scena è, nel migliore dei casi, poca cosa: va visto.

Se potessimo non dormire? Almeno per una settimana? È quanto promette la pasticca The Illusionist, che un farmacista vuole lanciare sul mercato con uno spot cui partecipano persone desiderose di migliorare le proprie performance, grazie alle ore in più di vita vigile.

Con Delusionist, Natalino Balasso (si autodefinisce «esemplare tarchiato della comicità cinica») e Marta Dalla Via mettono in scena, all'Elfo Puccini (5-10 dicembre) una commedia in cui si ride per non ridere.

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