Cronaca locale

Caccia alle multinazionali che evadono il fisco Scovati quasi 10 miliardi

Da Amazon a Facebook, recuperati i tesori tenuti nascosti. E 34 aziende hanno patteggiato

Caccia alle multinazionali che evadono il fisco Scovati quasi 10 miliardi

Nel testo ufficiale non c'era scritto. Ma il generale Giuseppe Vicanolo, comandante di tutti i finanzieri del Nord-ovest, ieri lo ha inserito a braccio nel suo discorso alla festa del corpo, quando ha rivendicato l'operato delle «Fiamme gialle» contro le multinazionali come Gucci, Facebook o Amazon che evadono le tasse, nascondendo dietro le sedi all'estero i profitti che invece realizzano qua in Italia. «Affrontiamo - dice il generale - sfide più grandi di noi, indagando soggetti assistiti da studi potenti». Un piccolo ma significativo grido di dolore sulla disparità delle forze in campo, quando si vanno a toccare interessi miliardari. Un maresciallo pagato 1.500 euro ha davanti un avvocato tributarista con parcelle a sei zeri. La cosa bella è che spesso vince lui.

Nonostante la disparità di forze, ricorda infatti Vicanolo, i successi arrivano. D'altronde il generale parla avendo a pochi metri da sé Francesco Greco, il procuratore della Repubblica che della caccia ai redditi nascosti delle multinazionali ha fatto il primo obiettivo del suo ufficio. I risultati sono quelli che il generale ricorda nella sua relazione: la scoperta di «9,8 miliardi di euro di redditi riconducibili all'evasione fiscale internazionale», e soprattutto la «resa» di buona parte delle aziende inquisite, con 34 di esse che hanno patteggiato con l'Agenzia delle entrate. Nell'ultimo anno e mezzo le indagini su questo fronte hanno garantito allo Stato di incamerare 1,8 miliardi di euro, una cifra oggettivamente colossale. La fetta più grossa sono i 1.250 milioni pagati da Kering, il gruppo che controlla il marchio Gucci; insieme ai transalpini il generale ricorda «le multinazionali americane Facebook ed Amazon che hanno patteggiato ognuna cento milioni di euro, il gruppo bancario Mediolanum che ha aderito a 78 milioni di euro e altri soggetti».

Molti anni, insomma, sono passati dall'epoca eroica in cui le «Fiamme gialle» davano sul confine la caccia ai passatori del contrabbando (le cui gerle, ricorda Vicanolo, fanno mostra di sé nel comando di Como). Oggi la caccia agli evasori del mercato globale è una caccia ad alta tecnologia, che «poggia sull'utilizzo delle tecniche di computer forensic e data analysis», acquisendo «masse enormi di informazioni memorizzate su server, personal computer e device, i cui dati vengono incrociati grazie a potenti motori di ricerca diventando molte volte fondamentali per ricostruire la verità dei fatti e individuare il classico ago nel pagliaio».

Poi c'è tutto il resto: la lotta ai falsari e a quelli che fregano sull'Iva, la caccia agli «evasori totali» che non dichiarano neanche un euro (quest'anno ne hanno scoperti ben 1.300) e ai signori delle scommesse clandestine; per non parlare dei politici e burocrati pubblici finiti in carcere (64, quest'anno). Ma è chiaro che la frontiera cruciale per la Finanza del terzo millennio è il mercato globale, senza confini fisici.

Quest'anno la caccia non è andata malissimo.

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