Cronaca locale

È caccia al nordafricano Ma ora diventa un giallo la versione della liceale

Investigatori al lavoro sulla ricostruzione della quindicenne aggredita nel vagone

Paola Fucilieri

E adesso tutte le forze della polizia milanese sono concentrate nella cosiddetta «caccia all'uomo». In realtà sarebbero due i magrebini che giovedì pomeriggio avrebbero picchiato e palpeggiato una studentessa liceale 15enne di Vigevano (Pavia), nell'ultimo vagone del treno Milano-Mortara-Alessandria, intorno alle 4 del pomeriggio. Tuttavia - prima gli investigatori della settima sezione delle «Volanti» e ora quelli della sezione «Violenze sessuali e reati su minori» della squadra mobile, subentrata domenica nella conduzione delle indagini - stanno cercando principalmente il nordafricano con il quale la ragazzina ha spiegato di aver chattato su Facebook ma «fino a un anno fa», respingendo poi ogni contatto con lui per le «insistenti avance ricevute». Un giovane clandestino, già identificato dagli uomini dell'Upg (Ufficio prevenzione generale») della questura, diretti in questi giorni dalla vice dirigente Tiziana Lomartire. Un giovane uomo che gravita su Milano, ma che ancora la squadra mobile non ha rintracciato.

Più passano i giorni, però, più i dettagli di questa vicenda, così com'è stata raccontata dalla giovane vittima, non accennano ad acquistare sostanza e per il momento non hanno portato a nessun riscontro concreto. La 15enne finora, tra mezze verità e paure, ha parlato pochissimo, senza nemmeno indicare alla polizia il nome del giovane straniero incontrato su Facebook.

Da tutti i filmati registrati dalle telecamere che si trovano lungo il percorso fatto dalla ragazza nel primo pomeriggio di giovedì, all'uscita dal liceo milanese che frequenta in zona Ticinese, fino alla fermata del tram della linea 14 e poi in corso Cristoforo Colombo per arrivare alla stazione ferroviaria di Porta Genova, non emerge alcuna vera certezza, perfettamente limpida e chiara. Sia sul fatto che la studentessa sia stata veramente seguita dalla scuola, ma nemmeno alle 14.42, mentre saliva sul treno che l'avrebbe portata a casa, per poi sedersi nell'ultimo convoglio, dove di solito si mettono le biciclette, insieme a una compagna di classe e a un'altra ragazza, scese ad Abbiategrasso lasciandola sola nello scompartimento.

A quel punto, già in provincia di Pavia (la cui Procura si sta occupando dell'inchiesta, ndr) si sarebbero materializzati i due magrebini, tra cui quello conosciuto «solo su Facebook». E lì sarebbe iniziato un vero e proprio pestaggio contro la liceale. Lei chiede aiuto urlando, ma nessuno tra i passeggeri del treno la sente, nemmeno il capotreno. E sono le 4 del pomeriggio, un orario in cui i vagoni sono pieni! Quindi, scesa dal treno a Vigevano, piena di lividi sul corpo e una costola fratturata, la 15enne raggiunge la madre in ufficio e insieme vanno a casa. Ma la ragazza non dice nulla di quel che le è accaduto, non dà segno di alcun disagio. Dopo cena se ne va a dormire sopportando stoicamente un dolore fortissimo come quello che provoca una costola fratturata. Solo il giorno successivo, in classe con le compagne, ha dei malesseri e finisce prima alla clinica ginecologica «Mangiagalli» per poi essere ricoverata nella vicina struttura pediatrica, la clinica «De Marchi» da cui è stata dimessa domenica con una prognosi di 20 giorni.

Che la 15enne sia stata picchiata è certo.

Ma da chi e in quale contesto, resta ancora un mistero.

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