Cronaca locale

Cadavere Bovisasca, la testimone: "Ho aperto lo sgabuzzino e ho trovato la testa"

Il racconto della giovane a cui i presunti autori dell'omicidio avrebbero chiesto anche di lavare i vestiti: "Sono arrivati sporchissimi di sangue e avevano ancora brandelli di carne attaccati alle braccia"

Cadavere Bovisasca, la testimone: "Ho aperto lo sgabuzzino e ho trovato la testa"

Lo scorso sabato sera, i resti del corpo li avrebbe trovati lei, nello sgabuzzino della casa di via Carlo Carrà, in zona Bovisasca, prima che venissero bruciati. E, come ricostruito dalla sua testimonianza, a indicarglieli sarebbero stati proprio i presunti responsabili di quell'omicidio, Pericles e Mateo. A loro la donna avrebbe chiesto che fine avesse fatto uno degli ospiti della grigliata e i due le avrebbero risposto così: "È lì dentro", segnalandole il ripostiglio. Ed è stato dopo aver acceso la luce che la donna avrebbe visto spuntare dei capelli da una valigia che, davanti, colava sangue. A gocce.

La testa nel ripostiglio

Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, la testimone agli inquirenti avrebbe raccontato questo, la dinamica cioè con cui i due colombiani si sarebbero disfatti del corpo della vittima. Che, stando alla ricostruzione della donna, si trovava "semi seduto a terra, con la testa sulla sinistra". "Pericles teneva entrambe le mani di Cristian (la vittima, ndr) e Mateo aveva un coltello lungo in mano", ha continuato lei.

"Avevano brandelli di carne attaccati alle braccia"

Alla giovane, i due uomini avrebbero chiesto di far sparire i vestiti e di lavarli in lavatrice: "Sono arrivati sporchissimi anche loro di sangue, con ancora brandelli di carne attaccati alle braccia. Si sono spogliati, hanno messo i vestiti in un sacchetto e mi hanno chieso di lavarglieli". La ragazza avrebbe tentato, a quel punto, di pulirli con la candeggina, la poca rimasta in casa, perché Mateo, secondo il suo racconto, l'avrebbe utilizzata per pulire il ripostiglio.

Ancora nessun movente

Nei giorni seguenti l'omicidio, le forze dell'ordine avevano notato alcune tracce di sangue fuori dal giardino, per strada. La stessa impiegata, poi, per arrivare al piccolo deposito di rifiuti di un condominio di via Cascina dei Prati con i sei pezzi del cadavere semicarbonizzato, rinvenuto in un trolley. Lì lo avevano portato loro, in un carrello della spesa. L'indagine del pubblico ministero, Paolo Storari, con il procuratore aggiunto, Laura Pedio, sta puntando a ricostruire il movente che risulta ancora incomprensibile.

Come l'esatta dinamica, sia dell'omicidio sia dell'occultamento del corpo.

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