Cronaca locale

La campagna di Renzi tra passerelle in città e le parentele milanesi

Il premier annuncia altre tre visite in un mese Ieri alla Siemens per il nuovo quartier generale

M atteo Renzi vanta persino ascendenze milanesi, pur di raccogliere i meriti dell'area economicamente frizzantina che si respira nella città del dopo Expo. Ricorda i nonni «accolti qui, forestieri» dalla Romagna e dal Sud, la mamma cresciuta a Milano e cresimata dal futuro Paolo VI. E tra multinazionali che investono, moda, industriali, volontariato, non ha proprio voglia di lasciare la scena tutta per il primo cittadino Giuseppe Sala. «Il sindaco prima o poi mi denuncerà per stalking» scherza ma non troppo a Palazzo Marino, dal podio della sala Alessi rivestita con un'aria solenne che ricorda un po' Palazzo Chigi.

Il motivo della temuta denuncia per stalking è il numero delle visite annunciate dal premier. Dopo le incursioni continue a Milano di Renzi e anche della sua signora durante l'Expo, adesso sarà qui di nuovo il 21 settembre per Milano Moda Donna, quando la città attira gli occhi di tutto il mondo, e al pomeriggio alla presentazione di Industria 4.0, dedicato all'innovazione. Il 27 alla Triennale per presentare un'infrastruttura per il Sud con Impregilo e Salini che festeggiano i loro cent'anni poi in visita alle periferie. Il 10 ottobre tornerà per l'assemblea degli industriali e per un evento del terzo settore. Dopo il Patto per Milano firmato con Sala, dove le promesse per il futuro almeno per ora vincono su soldi e fatti concreti, un'abbuffata di ciò che accade a queste latitudini.

Ieri mattina è andato alla posa della prima pietra del quartier generale della Siemens, in via Vipiteno, verso il quartiere Adriano, zona difficile. Qui ha promesso stabilità di governo («si voterà nel febbraio 2018» ha garantito, anche se all'interno di una battuta) e impegno per la crescita, nonostante abbia dovuto ammettere che veramente «i dati del Pil saranno più bassi di quanto speravamo». Così, meglio per lui concentrarsi su quel che di buono accade.

La Siemens, colosso tedesco, ha scelto Milano come secondo quartier generale dopo Monaco. E nell'area di 85mila metri quadrati che ospiterà 1.700 dipendenti per un investimento complessivo di 40 milioni di euro, ci sarà anche un parco di 25.000 metri quadrati e 400 alberi e per i cittadini un campo da calcio e una nuova strada. A impreziosire, una delle Ali di Liebeskind che si trovavano all'Expo.

Renzi è entusiasta del modello Siemens, l'investimento diretto dall'estero, dove i soldi arrivano e non bisogna tirarli fuori, come accade con il Patto Milano. E poco prima dell'incontro con Sala, espone la sua teoria: «È fondamentale che certe riqualificazioni urbane passino attraverso l'investimento dei privati. È giusto che il pubblico faccia investimenti, il pubblico deve fare una parte ma c'è bisogno di interventi di qualità da parte del privato».

La platea apprezza le sue battute più di quanto accada tra giornalisti e politici. Scherza sulle elezioni e sui diciotto mesi di lavoro necessari per l'inaugurazione del quartier generale Siemens. «Scadono il 13 marzo 2018. Le elezioni sono nel febbraio 2018. Non voglio fare un fatto personale, altrimenti mi tocca rivincere le elezioni... vincere direbbe qualcuno» dice tra grandi risate generali.

Più tiepidi a Palazzo Marino. Così lui fa il piacione con il presidente della Regione, Maroni. «Roberto, io rispetto chi ha opinioni diverse dalle mie. Gufi sono quelli che remano contro l'Italia, non quelli che criticano». Poi tutti a tavola. Si parla anche di profughi e dialogo interreligioso. A cucinare per la tavolata da diciannove i giovani down che gestiscono la «Locanda alla mano» del parco Sempione.

Menu: cotoletta, dolce e caffè.

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