Cronaca locale

Capolavori su celluloide, viaggio nell'archivio della Cineteca Italiana

Dal film muto al neorealismo: un anno di pellicole che hanno fatto la storia del cinema

Capolavori su celluloide, viaggio nell'archivio della Cineteca Italiana

Una pioggia di pellicole storiche da godersi festeggiando una scommessa trasformatasi, negli anni, in una certezza. Il progetto «Cineteca 70», che durerà tutto l'anno con numerose iniziative, prende il via con una doppia rassegna allo Spazio Oberdan e al MIC Museo Interattivo del Cinema (ingresso Oberdan 7,50 euro, ingresso MIC 5,50 euro, info 02.87.24.21.14). Fondazione Cineteca Italiana celebra infatti i settant'anni di vita del suo primo embrione, la Cineteca di Milano, fondata nel 1947 da due grandi della settima arte del nostro Paese come Luigi Comencini e Alberto Lattuada. Allo Spazio Oberdan il cartellone di «70 film della storia del cinema in 35 mm» gioca sulla cifra del compleanno proponendo altrettanti titoli, celebri e non, da godersi nella cara vecchia forma analogica della pellicola. Al MIC è invece prevista la rassegna «1947-2017: i migliori film d'archivio per ogni decennio», viaggio affascinante nel tesoro della Cineteca, con opere tutte in 35 mm e 16 mm. Sorvolando l'ovvia considerazione che la doppia iniziativa si fa ghiotta per i cinefili che volessero godersi in sala titoli celebri visti sempre sul piccolo schermo (un esempio: l'hitchcockiano «Il caso Paradine», mercoledì 11 alle ore 17 al MIC), il progetto «Cineteca 70» dà l'occasione di tuffarsi in rarità e chicche tali da trasportare lo spettatore in epoche lontane, con altrettante riscoperte. Imperdibile, da questo punto di vista, è senza dubbio L'uomo che ride, film muto del 1928 tratto dall'omonimo romanzo di Victor Hugo, diretto da Paul Leni, proiettato in copia restaurata allo Spazio Oberdan giovedì 12 (ore 21) con l'accompagnamento musicale dal vivo al pianoforte da Francesca Badalini. Molti i titoli attesi a gennaio, tra i quali meritano attenzione proprio quelli meno celebri: basti citare La mano dello straniero di Mario Soldati (stasera alle ore 19.15 allo Spazio Oberdan), drammatico del 1953, storia che si rivelò scottante per l'epoca, a pochi anni dal contenzioso italo-yugsolavo su Trieste di un militare britannico rapito da spie titine proprio quando deve incontrare a Venezia suo figlio giunto dall'estero. Ad aiutare il ragazzino c'è una profuga istriana col volto di Alida Valli. Sempre degli anni Cinquanta è Parigi è sempre Parigi (domenica 15 allo Spazio Oberdan, ore 15) di Luciano Emmer, storia corale divertente e malinconica di un gruppo di italiani (tra loro Aldo Fabrizi e Marcello Mastroianni) giunti nella capitale francese per una partita della Nazionale di calcio. Due chicche di generi completamente differenti sono la commedia agrodolce Napoletani a Milano (1953) di e con Eduardo De Filippo (mercoledì 11 Spazio Oberdan, ore 17) e Sette note in nero (1977) del maestro del thriller Lucio Fulci (domenica 29, Spazio Oberdan, ore 19.15), storia tra parapsicologia e crimine che vede l'autore ancora lontano dai diluvi di sangue successivi. Così come poco conosciuto e interessante è Il sorriso del grande tentatore (1973) di Damiano Damiani (mercoledì 18 Spazio Oberdan, ore 19.

Al MIC, imperdibili classici anni '40 come La donna della spiaggia di Jean Renoir (mercoledì 11, ore 15) - cui seguirà Lalla piccola Lalla, primo mediometraggio a colori dei fratelli Pagot, inventori del leggendario pulcino Calimero - o Forza bruta di Jules Dassin con Yvonne De Carlo e Burt Lancaster (sabato 14 ore 17).

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