Cronaca locale

Capolavori sulle punte nel segno di Stravinskij

Al via alla Scala la kermesse di balletti dedicati al grande compositore. Sul podio il maestro Mehta

Capolavori sulle punte nel segno di Stravinskij

Petruka e Le Sacre du printemps. Due balletti superlativi per partitura musicale, di Igor Stravinskij, coreografia, interpreti nella buca d'orchestra, sul podio e sulle punte. Per questo le Serate Stravinskij attese alla Scala da oggi al primo marzo, intrigheranno gli amanti del balletto e della sinfonica. Sul podio, un decano della direzione come Zubin Mehta, in queste settimane assai scaligero, poiché impegnato sul triplice fronte di opera, Falstaff, balletto, Petruka e Sacre, e concerti (anche fuori sede). Ma pure fra i palchi seguendo i colleghi. Sorta di artista in residence. Da 55 anni frequenta la Scala, conosce le due partiture di Stravinsky come le proprie tasche, ma è al suo primo balletto scaligero. «Con i ballerini in palcoscenico bisogna essere più flessibili. Però gli aggiustamenti di tempo sono pochissimi, sia tratta di piccoli dettagli. Ogni tanto chiedo alle coreografe se va bene, ma di fatto Fokin e Tetley hanno fatto coreografie sui tempi giusti», spiega. E alla domanda se e con quale titolo tornerebbe alla danza, risponde immediato «Il Mandarino Meraviglioso di Bartok».

Ci racconta che in realtà aveva tentato di convincere Nureyev, «aveva il fisico perfetto per il ruolo di Mandarino, ma lui non volle». Petruka la vedremo proprio nella versione originale, ovvero secondo la storica coreografia del 1911, firmata da Fokin e ripresa per la Scala dalla nipote Isabelle. Che ci spiega: «il nonno voleva che ogni carattere fosse messo a fuoco singolarmente, che avesse la sua peculiarità, uno stile ben definito. Creò un vocabolario gestuale ad hoc per ognuno. Cominciò a sbozzare i caratteri guardando la gente sui bus di San Pietroburgo, voleva portare nel balletto i gesti e le posture comuni, dunque riconoscibili universalmente». Isabelle cura l'archivio di famiglia, e assicura che non cambierà una virgola rispetto alla creazione originaria. Le Sacre du printemps è quello creato nel 1974 da Glen Tetley, e visto alla Scala nel 1981.

Anche questa volta, come 36 anni fa, ne cura la ripresa Bronwen Curry, direttore artistico del Glen Tetley Legacy. Fedele ai dettami di Tetley, offrirà un Sacre potente e selvaggio, «viscerale, pagano, con movimenti primitivi», alle ballerine - infatti - non si chiede leggerezza e evanescenza, bensì fisicità, intensità. La coreografia è disegnata da uno dei primi maestri impegnati a sposare classico e moderno, secondo operazioni oggi consuete ma all'epoca tutt'altro che moneta corrente. Tetley forgiò questo balletto per il Bavarian State Opera Ballet di Monaco, due anni dopo già veniva ripreso dall'American Ballet Theatre, con Mikhail Baryshnikov come protagonista.

Durante le sette le recite milanesi, vedremo impegnati in Petruka Claudio Coviello, Maurizio Licitra, Antonino Sutera, Nicoletta Manni, Vittoria Valerio , Mick Zeni, Gabriele Corrado; Alessandro Grillo.

Mentre In Le Sacre du printemps apriranno le rappresentazioni nei ruoli principali Antonino Sutera, Virna Toppi, Gabriele Corrado accanto a Chiara Fiandra, Marco Agostino, Lusymay Di Stefano e Gioacchino Starace, quindi Claudio Coviello, Maria Celeste Losa e Nicola Del Freo, Denise Gazzo, Christian Fagetti, Agnese Di Clemente, Walter Madau.

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