Cronaca locale

In carcere giudice tributario «Pilotava sentenze per soldi»

Seregni, con il collega Vassallo già in manette, avrebbe intascato tangenti da alcune società

Cristina BassiNon è stato un episodio. Luigi Vassallo, avvocato milanese e giudice tributario, secondo l'accusa tirava le fila di un'attività di «aggiusta sentenze» a favore di aziende nel mirino del fisco. Con lui, sempre secondo le indagini del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza, la commercialista di Monza e anche lei giudice tributario, Marina Seregni. La professionista 69enne è finita in manette ieri mattina. Il suo presunto complice si trova già in carcere dal 17 dicembre, quando le Fiamme gialle lo hanno arrestato in flagranza mentre intascava una bustarella di 5mila euro, anticipo su una richiesta di 20mila.Di questo primo fatto è spuntata una registrazione video. Vassallo, 58 anni, tra l'altro docente universitario, è in via Moscova nello studio degli avvocati che assistono in un contenzioso fiscale la Dow Europe Gmbh (parte lesa). Non sa che i legali lo hanno denunciato e che la Finanza monitora tutto. «Ne ho metà della metà qui. Prima di Natale vedo di rimediare il resto», dice uno dei due. La busta bianca passa di mano. Vassallo insiste: «Se lei riesce ad arrivare a 10 preferisco. Poi dopo anche a gennaio... A me basta la sua parola». E chiude: «Perché i soldi non bastano mai».L'arresto della Seregni è arrivato dopo le ulteriori indagini su Vassallo coordinate dai pm Eugenio Fusco e Laura Pedio. Sarebbero infatti emersi «in modo cristallino» il coinvolgimento della commercialista e anche un secondo episodio di corruzione. Ieri l'ordinanza di custodia cautelare del gip Manuela Cannavale. I due giudici tributari, uno della Commissione regionale e l'altra della Commissione provinciale, sono accusati in concorso di corruzione. Nei colloqui con le sue vittime Vassallo fa continui riferimenti alla collega. Dice di essersi concordato con lei per far ottenere una sentenza favorevole all'azienda in una causa particolarmente difficile. Aggiunge che deve insistere nel chiedere il denaro, proprio per accontentare la Seregni. «Sono diventato un po' portavoce della collega - afferma -. Certo che lei è una donna, sai, la contabile... Siamo diversi noi avvocati dai commercialisti, siamo veramente due razze diverse. Perché lei giustamente guarda i numeri...». In una telefonata intercettata, che dimostrerebbe che la Seregni era «pienamente partecipe» ai reati, i due giudici si capiscono al volo sul procedimento da aggiustare e parlano di «cose gustosissime» da scambiarsi per Natale. È stato poi accertato che Vassallo metteva sempre le mazzette nei cesti natalizi. La seconda sentenza pilotata, questa volta senza denunce, riguarda un procedimento a carico della Swe-Co Sistemi srl, da cui Vassallo avrebbe ricevuto «una somma non inferiore a 65mila euro». La Seregni, che avrebbe dimostrato «enorme spregiudicatezza», in questo caso «accettava il corrispettivo di 5mila euro per decidere favorevolmente» e si faceva anche scrivere dal collega le motivazioni, depositate l'11 gennaio. Dopo l'arresto di Vassallo la Gdf ha ascoltato la sua segretaria e ne ha perquisito studio e abitazione. In due cassette di sicurezza sono stati trovati più di 267mila euro. Altri 30mila erano in casa e in ufficio. Le buste riportavano l'intestazione del «soggetto erogatore». Secondo gli inquirenti, Vassallo poteva contare «anche su altri giudici tributari e funzionari dell'Agenzia delle entrate».

Su cui gli accertamenti sono in corso.

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