Cronaca locale

Casa abusiva per il figlio dell'ex prefetto

Ferrante jr dovrà demolire. Il padre fu candidato sindaco del Pd e garante anticorruzione

Luca Fazzo

Ricordate la «bat-casa» di Gabriele Moratti, che quando sua mamma Letizia era sindaco di Milano trasformò disinvoltamente un laboratorio in una casa ipertecnologica? Bene, ora è un altro rampollo eccellente a finire nei pasticci per una certa spensieratezza nei rapporti con i regolamenti edilizi comunali. Si tratta di Mauro Ferrante: figlio di quel Bruno che era il candidato sindaco per il centrosinistra proprio nello scontro con la Moratti, anno 2006. Come è noto, Ferrante senior prese malissimo la trombatura, e venne consolato con una serie di cariche minori, tra cui quella di Garante anticorruzione.

Il figlio della Moratti venne inquisito dalla Procura per abuso edilizio. E la stessa sorte tocca ora al figlio del rivale di dona Letizia. Il nome di Mauro Ferrante, quarantunenne figlio dell'ex prefetto, compare nell'esposto che l'assessorato all'Urbanistica ha trasmesso alla Procura in relazione alla mutazione di una parte consistente dell'appartamento a due passi dal Duomo dove il giovanotto vive insieme alla moglie. Siamo in via Sant'Antonio, la strada sottile e tranquilla che da via Larga congiunge alla Statale. Ferrante ha una bella casa al terzo piano di uno stabile signorile. La casa comprende un ampio terrazzo. Ed è sul terrazzo che Ferrante junior è accusato di avere ampliato le volumetrie senza alcuna autorizzazione. Non è dato conoscere quando la mutazione sia avvenuta: a giudicare dalle immagini fornite da Google, tra il 2008 e il 2014.

Di certo c'è che l'ampliamento finisce nel mirino del servizio Monitoraggio del territorio del Comune. E sono gli uffici comunali, dopo avere accertato che Ferrante non ha mai chiesto alcuna autorizzazione, a fare partire l'ordine di demolizione in cui si contesta al proprietario dell'appartamento «un ampliamento dell'unità abitativa posta al terzo piano (fg. 437, map. 81, sub 765) mediante la realizzazione di nuovo volume sul terrazzo di pertinenza sito in Via S. Antonio, 2 - Milano».

L'ordine di demolizione porta la data del 28 giugno scorso, ed è stato emesso dal Comune in base all'articolo 33 della legge del 2001 sull'edilizia, l'articolo che punisce gli abusi più smaccati, ovvero gli «interventi di ristrutturazione edilizia in assenza di permesso di costruire o in totale difformità», e che prevede che le opere non autorizzate siano «rimosse ovvero demolite» entro un termine congruo. Ma fino a ieri l'abuso era ancora lì, in bella mostra sulla terrazza di via Sant'Antonio.

Come prevede la legge in questi casi, il Comune ha dovuto trasmettere gli atti anche alla Procura della Repubblica, che ora dovrà accertare come e quando il manufatto si sia materializzato sul terrazzo, e se siano state almeno fatte le analisi di ingegneria statica per verificare che l'ossatura dello stabile non venisse danneggiata. Nei guai rischiano di finire progettista ed esecutore dei lavori.

E soprattutto il proprietario dell'immobile: e basta una visura catastale per avere la certezza che il bene censito al «foglio 437, mappale 81, sub 765» è proprio lui: Mauro Ferrante, figlio di Bruno.

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