Cronaca locale

Cenacolo, 1.300 turisti con biglietto in mano. Ma la porta resta chiusa

Non ci sono i custodi, Ultima Cena blindata Ma i ticket erano già stati venduti da mesi

Cenacolo, 1.300 turisti con biglietto in mano. Ma la porta resta chiusa

Una brutta pagina per la cultura milanese. Propio alla vigilia dell'anniversario della morte di Leonardo da Vinci, celebrato in pompa magna in Francia, ma non a MIlano, mercoledì centinaia di turisti provenienti da tutto il mondo si sono trovati con un biglietto per il Cenacolo in mano e la porta sprangata. Una pessima figura planetaria, verrebbe da dire, di cui nessuno vuole parlare. Bocche cucite a Palazzo Marino, dove nè il sindaco nè gli assessori vogliono commentare o prendere posizione sull'accaduto, sottolineando semplicemente che il Cenacolo risponde il Ministero. Ma nemmeno il ministro della Cultura, il milanese Alberto Bonisoli commenta.

La direttrice del Polo museale regionale della Lombardia Emanuela Daffra si giustifica dicendo che il concessionario della gestione delle prenotazioni «ha avvisato le persone che avevano prenotato la visita», anche se «evidentemente non è riuscito a farlo con tutte». In ogni caso, ha ammesso, «alla luce di quanto accaduto, avremmo dovuto fermare prima il tentativo di tenere il museo aperto, per avere più tempo per avvisare veramente tutti. Per legge, però, non possiamo superare il 33 per cento dei giorni festivi. È possibile farlo solo se c'è la disponibilità volontaria del personale di custodia.

Secondo altri però il 1 2 aprile a un tavolo con i sindacati emerse il fatto che i lavoratori non fossero disponibili a lavorare il 1 maggio, e che i 1300 biglietti giornalieri però fossero stati venduti. Tradizionalmente, infatti, il 1 maggio, era uno dei due giorni in cui l'Ultima Cena di Leonardo non era visitabile, mentre quest'anno si era deciso di tenere aperto. Non con troppo anticipo evidentemente, e soprattutto senza raggiungere un accordo con i lavoratori, che non hanno dato la disponibilità. Tanto che Vivaticket aveva venduto con prevendita tutti i tagliandi.

Il problema dei lavoratori? Secondo il contratto i 12 custodi del Cenacolo sarebbero tenuti a lavorare a turno giorni festivi e domeniche; sembra che i custodi, che sono agenti di sicurezza, avessero raggiunto più della metà del monte ore «festivi» e che quindi non fossero disposti a lavorare anche il 1 maggio, giorno, per altro, tradizionalmente di chiusura. « È anche vero che i sindacati tradizionalmente - spiega Alberto Artioli, ex sovrintendente ai Beni architettonici e paesaggistici di Milano hanno sempre avuto una posizione piuttosto rigida su questo, anche se per contratto sono tenuti a lavorare i festivi, puntando sul fatto che servisse più personale per poter coprire i turni». Artioli ricorda anche in passato «abbiamo sempre fatto i salti mortali per garantire le aperture, anche con meno personale. Talvolta ci siamo trovati costretti a chiudere qualche sala della Pinacoteca di Brera, per esempio, per carenza di guardiani». Perché non ricorrere ai volontari del Touring o ai carabinieri in pensione? Duplice l'ordine di problemi: da un lato i custodi del Cenacolo sono fondamentali perché responsabili della sicurezza e della salvaguardia del sito, dall'altra appunto questioni sindacali, «Certamente -spiega ancora Artioli - potrebbero essere di supporto, ma c'è sempre stato un atteggiamento ostativo da parte dei sindacati». Detto ciò tutti sapevano diciamo e nessuno ha fatto nulla fino all'ultimo, al martedì 30. A farne le spese: i turisti provenienti dall'Olanda, dal Giappone, dalla Russia, dell'Emilia Romagna. E l'immagine internazionale di Milano, che esce fortemente ammaccata.

Paola Frassinetti, vicepresidente della commissione Cultura alla Camera annuncia un'interrogazione parlamentare.

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