Cronaca locale

In Centrale c'è ancora il caos Intanto aprono i primi centri

Da mercoledì saranno disponibili i nuovi spazi in via Corelli. Alla stazione allestite nuove aree

Ostentano ottimismo il sindaco e la sua giunta sull'emergenza profughi in Stazione. «La situazione sta tornando alla normalità» cinguetta Giuliano Pisapia, che posta invece su facebook una foto della Centrale del 1963 in cui due file di persone sostano ai lati di un cartello con scritto «Posto sosta emigranti», confrontata con un'altra, scattata domenica mattina in stazione, in cui sempre vengono distribuiti viveri ai profughi. Dimenticato il nervosismo di sabato - il sindaco aveva risposto a una giornalista di Sky «li ospitate voi a Sky i profughi?» - e le polemiche per la scelta di ricoverare gli eritrei in negozi di plexiglass trasparenti soprannominati «ricoveri acquario» - il sindaco si mostra tranquillo. Mentre sul web impazzano le critiche alle dichiarazioni della giunta.

Anche per il prefetto Francesco Paolo Tronca «in costante contatto con il Viminale», la situazione in stazione Centrale «allo stato è del tutto tranquilla». Nella notte tra sabato e domenica hanno dormito nei centri di accoglienza messi a disposizione da Comune e terzo settore 1200 persone, mentre un centinaio ha preferito trascorrere la notte in piazza Duca d'Aosta. Dopo lo sgombero e la chiusura con le grate del mezzanino, deciso dal Comitato per l'Ordine e la Sicurezza di venerdì, infatti, nessuno può più dormire in Centrale: sono stati allestiti due negozi in plexiglass - oscurati solo ieri dai volontari, con carta da pacchi, dopo le critiche per la mancanza di privacy e di rispetto per le persone ricoverate - nella galleria delle Carrozze destinati a centro di primo smistamento e deposito bagagli, mentre per la notte il Comune ha aumentato i posti letto. Questo il piano fino a mercoledì, quando verrà aperto il Cara, il Centro di smistamento nel rinnovato Cie di via Corelli.

Intanto ieri si sono registrati nuovi arrivi: dopo la cinquantina di profughi giunti in mattinata, altri 60-70 siriani, tra cui molte donne e bambini, sono confluiti alla stazione. Continuano ad aumentare anche i casi di scabbia, 600 da inizio anno: «La situazione sanitaria è molto complicata sul piano della scabbia che però è una patologia che evidentemente non deve allarmare. Basta non arrivare a contatto fisico ripetuto coi profughi: questo lo dicono i medici, non lo dico io», ha ricordato l'assessore Majorino. «Mi viene da piangere quando la sinistra minimizza sulla scabbia - attacca il governatore lombardo Roberto Maroni -, una malattia grave che, per gli animali, si chiama rogna».

Al via vai istituzionale - hanno fatto un sopralluogo il sindaco, l'assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, il collega alla Sicurezza Marco Granelli, il prefetto vicario Giuseppe Priolo - si è alternata la processione dei cittadini carichi di viveri, kit igienico sanitari, giochi. «Chiedono cosa serve e tornano con le buste del supermercato», ha detto una volontaria, spiegando che adesso più del cibo è necessario fare provviste di sapone, shampoo, dentifricio, pannolini e assorbenti. Ecco «la Milano che conosco bene e che amo, non ha lasciato le istituzioni da sole» commenta il sindaco dimostrando «grande senso di umanità e solidarietà. Milano ancora una volta ha dimostrato di essere una grande comunità solidale di cui essere orgogliosi e fieri».

Continua anche il rimpallo di responsabilità e le accuse reciproche tra Comune e Regione. Il governatore lombardo Roberto Maroni ha annunciato: «Mi ha chiamato il presidente del Consiglio per dirmi che ci vuole incontrare per parlare dell'emergenza immigrazione.

Non so ancora in quale data».

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