Cronaca locale

Il cerchio si stringe sul killer. La sua immagine nei video

Sarebbe europeo l'uomo a cui adesso danno la caccia gli investigatori che indagano sul delitto di Affori

Il cerchio si stringe sul killer. La sua immagine nei video

«Un uomo di carnagione chiara. Se italiano o straniero non possiamo saperlo, ma di sicuro europeo». Il fermo immagine non perdona. Anche quando la scena immortalata dagli occhi elettronici si rivela sgranata, i contorni sfuocati e la luce deforma particolari che non solo potrebbero essere importanti ma decisivi. No, le riprese della telecamera fissa, soprattutto quando si parla di videosorveglianza cittadina, mostrano (seppur mai così chiaramente come vorremmo) quel passato recentissimo a cui non abbiamo potuto assistere di persona. Per questo durante un'indagine sono considerate vere e proprie prove documentali, come a suo tempo stabilì anche la Cassazione.

Gli investigatori della squadra mobile, diretti da Lorenzo Bucossi e dal pm Donata Costa, pare abbiano ben chiaro un elemento «base» riguardante la fisionomia dell'uomo più wanted della città, cioè colui che giovedì, poco prima delle 7.30, all'interno del Parco Litta, ad Affori, ha aggredito e ucciso con una coltellata alla carotide Marilena «Milena» Negri, vedova 67enne che, come ogni mattina, portava a spasso il cane. La telecamera del Comune - fortunatamente «puntata» proprio sulla panchina del parco davanti alla quale si è consumato l'omicidio - ha ripreso le fasi dell'assassinio e naturalmente il suo autore. Nelle immagini, sgranate, il viso dello sconosciuto è immortalato solo da un lato, ma chi indaga sostiene che non possa trattarsi di un uomo di colore, cioè magrebino o africano.

Uno slavo quindi? Bucossi ieri mattina ha insistito nel ripetere di non poter confermare che si tratti di un uomo dell'Est Europa. Del resto i suoi investigatori venerdì mattina hanno portato in questura un egiziano di 20 anni preso in via Abbiati, a San Siro. L'immigrato era reduce da una tentata rapina a un'anziana, avvenuta nel quartiere. Intorno alle 11 aveva aggredito infatti la 83enne all'interno dell'androne di uno stabile, afferrandola alle spalle. E dopo averle tappato la bocca e averle puntato un coltello alla schiena, era fuggito. In seguito la polizia, dopo aver osservato le immagini che ritraevano il malvivente entrare nel palazzo, lo avevano cercato in zona e catturato.

Stessa tecnica, stessa dinamica e medesima irruenza maldestra dell'uomo «dal forte accento slavo» (come l'ha definito la vittima, che però non l'ha visto in faccia, ndr) che il 15 novembre, sempre ad Affori ma all'angolo tra viale Fermi e via Vincenzo da Seregno, ha rapinato del denaro e di uno smartphone un donna italiana di 33 anni che, alle 13.30, stava spingendo la carrozzina nella quale c'era la sua bimba di un mese. La mamma, dopo la cattura del nordafricano, venerdì mattina è stata sentita dal pm Costa davanti alla quale ha confermato la sua versione dei fatti e soprattutto quel «forte» accento slavo.

Del resto l'uomo catturato dalla Mobile - M.S.A. El Sharkaw, un egiziano di 21 anni e di seconda generazione, con i capelli mesciati biondi, di corporatura sottile e con indosso un bomber azzurro - dal punto di vista fisico non è per niente un tipico uomo originario del Maghreb. Guardandolo bene in volto, però, le sue origini nordafricane saltano immediatamente all'occhio.

Un uomo dell'Est Europa era stato indicato anche dall'attrice peruviana di 21 anni che due giorni prima, il 13 novembre, era stata violentata nella grande area verde accanto all'ospedale Niguarda, poco distante da Affori. La sudamericana, però, aveva sottolineato che il suo stupratore, che indossava un berretto, parlava «abbastanza bene l'italiano».

Intenso, nonostante la pioggia, il via vai di ieri davanti al portone di via Novaro 8, lo stabile dove risiedeva Milena Negri ma dove abitano anche la figlia e suo marito.

La data del funerale, che dovrebbe tenersi nella parrocchia frequentata dalla vedova, quella di Santa Giustina, potrebbe essere resa nota già stamane.

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