Cronaca locale

Cerimonia per il vigile ucciso Rabbia dei colleghi contro Sala

Clamorosa protesta durante il ricordo del ghisa travolto dal rom su un suv rubato. Polemica sul badge

Cerimonia per il vigile ucciso Rabbia dei colleghi contro Sala

Una rivolta silenziosa ha un suo fragore emblematico il cui eco è duro a morire. Tutti ieri hanno parlato infatti della forma di protesta messa in scena in mattinata dai vigili di Milano in via Livigno, in zona Maciachini, alla cerimonia di commemorazione dell'uccisione de vigile di quartiere Nicolò «Pino» Savarino, all'interno del parco a lui intitolato. Quando il sindaco Giuseppe Sala ha preso la parola una quarantina di agenti della polizia locale con indosso i gilet gialli della protesta hanno immediatamente fatto diversi passi indietro fino ad allontanarsi dal palco di una ventina di metri per manifestare la loro ostilità.

«Allontanandoci volevamo dimostrare la distanza che c'è tra noi e questa amministrazione, che invece di dialogare ha innalzato un muro - ha dichiarato Daniele Vincini, segretario del Sulpm (Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Municipale) -. Naturalmente la questione del badge è simbolica: noi ci reputiamo agenti di polizia mentre loro ci vogliono relegare a ruolo di amministrativi».

La vicesindaco Anna Scavuzzo, anch'essa alla commemorazione di ieri, ha ammesso il proprio imbarazzo. «Io sono molto disponibile a parlare di temi sindacali e trattative, ma credo che ogni luogo vada rispettato. Oggi (ieri per chi legge, ndr) è a giornata del ricordo di Nicolò Savarino e io, come tale, vorrei che fosse rispettata» ha dichiarato.

Il ghisa, un 42enne originario di Campobello di Licata (Agrigento), venne travolto in sella alla sua bicicletta, trascinato e ammazzato la sera del 12 gennaio di sette anni fa mentre era in servizio in un parcheggio in via Varé, alla Bovisa da un nomade alla guida di un suv, Remi Nikolic, che non aveva ancora 18 anni. Arrestato pochi giorni dopo in Ungheria, il ragazzo fu condannato in via definitiva per omicidio volontario a 9 anni e 8 mesi. Dopo 5 anni e mezzo di carcere al Beccaria però il giovane, tra lo sconcerto e il dolore dei familiari della vittima ha ottenuto l'affidamento in prova ai servizi sociali. L'assicurazione del Comune infine ha concesso un rimborso alla famiglia «di appena 30mila euro» come ha ricordato ieri sulla lapide di Savarino l'assessore alla Sicurezza in regione Riccardo de Corato.

Sala nel suo discorso di eri è tornato sulla vicenda processuale che, come ha sottolineato, «lascia francamente sbigottiti i cittadini». «Mi auguro - ha proseguito il sindaco - che ci siano occasioni per rivedere certi meccanismi che permettono un'eccessiva indulgenza verso crimini gravissimi».

«Sono convinto che il miglior modo per ricordarne la memoria sia quello di riconoscere i ghisa come corpo di Polizia d'eccellenza a cui devono essere dati maggiori poteri di prevenzione e controllo del territorio» ha sottolineato Alessandro De Chirico, consigliere di Forza Italia.

Anche Silvia Sardone, consigliere comunale e regionale del Gruppo Misto, alla commemorazione ha ammesso di essere «dalla parte dei vigili». «La polizia locale di Milano, per la sua specificità, svolge compiti che i vigili di tutta Italia non fanno, come per esempio il contrasto allo spaccio.

Un corpo storico che merita sicuramente più rispetto da parte di Sala e compagni».

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