Cronaca locale

La chitarra si mette in mostra Scatti sui simboli del rock

In «City of Guitars» novanta fotografie di specialisti che hanno immortalato i big, da Hendrix a Clapton

Ferruccio Gattuso

É la leva che ha sollevato il pianeta del rock, lanciandolo nell'orbita più alta. É lo scudo dietro il quale puoi proteggerti dal mondo, o puoi aggredirlo a colpi di rabbiosi riff: vestendoti da scolaretto pestifero dell'hard rock, come Angus Young degli AC/DC, o trasformandoti in un essere venuto dallo spazio, come Paul Stanley dei Kiss. É, infine, la donna perfetta che amerai e odierai al tempo stesso, e dunque ne accarezzerai le corde, come faceva «Slowhand» Eric Clapton o ci litigherai nello stile di Pete Townshend di The Who, che a dire il vero esagerava distruggendola contro un amplificatore o una batteria. Insomma, è la chitarra elettrica, un territorio occupato da buon legno, sei corde, qualche pick up e il sudore di chi la ama. Oggi questo oggetto intramontabile, che ha segnato la storia del rock ed è legato ai volti di musicisti e artisti entrati nel mito, viene celebrato nella mostra «City of Guitars. La chitarra come strumento di vita», curata da Giulio Ceppi e Luigi Pedrazzi in collaborazione con la rivista «Rolling Stone», in cartellone da oggi al 2 luglio all'Arengario di Monza: oltre 90 foto di specialisti come Massimo Barbaglia, Gigliola Di Piazza e Angelo Redaelli, oltre ad alcuni pezzi pregiati offerti al culto degli appassionati. La mostra racconta non solo i chitarristi più celebri dell'universo rock (ma anche del blues, spiccando B.B. King con la sua leggendaria Gibson salvata da un incendio, e battezzata «Lucille») da Mark Knopfler a Carlos Santana, da The Edge a Jimi Hendrix, a Jimmy Page, per arrivare a Slash ma anche quegli artisti che si sono difesi dietro una chitarra e l'hanno usata come mezzo di composizione, come Noel Gallagher degli Oasis, Bob Marley, Paul McCartney, Patti Smith o il più recente Ed Sheeran. Le immagini sono come un lungo, interminabile assolo capace di passare attraverso il tempo e lo spazio, cavalcando stili e generazioni e, naturalmente, scrivendo la cronaca di alcune delle principali esibizioni in Italia di numerosi artisti, ad esempio il Bob Dylan di Brescia nel 2001, o il Clapton del 1987 al Palatrussardi, o gli U2 a Torino nel 2008, giungendo a dire il vero magnanimamente - ad artisti che con la musica hanno un rapporto casuale, attori come Gigi Proietti e Gabriele Lavia. Dei nostri chitarristi più grandi, non possono infine mancare Franco Mussida e Pino Daniele, fuoriclasse delle sei corde. Poi ci sono loro, ovviamente, le chitarre, bellissime e imperdibili: oltre trenta, tra cui la Rich Bich verde di Slash dei Guns'n'Roses, una Les Paul Black Beauty del 1973, oggetto di culto di tante rockstar degli anni '70, una rara Yamaha SG 2000 «Deep Purple» (dei soli due esemplari esistenti al mondo una è a Monza), e naturalmente una galleria di Fender Stratocaster e Telecaster e di Gibson, in una simbolica rivalità che, da sempre, attraversa i palcoscenici della grande musica rock.

Spazio a parte del tutto dovuto è quello dell'installazione artistica «Jimi Hendrix», realizzata in esclusiva per l'esposizione di Monza dall'artista Victor Togliani - illustratore, scenografo, e scultore italiano specializzato in fantascienza e fantasy - omaggio all'immenso chitarrista scomparso tragicamente nel 1970.

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