Cronaca locale

Chiude la storica cucina amata da Craxi e Guttuso

Dopo 70 anni di attività, lasciano le sorelle Michi: «Faremo risotti fino al 13, poi scriveremo un libro»

Antonio Bozzo

Se in un grande giardino morisse la pianta più bella, che dà fiori coloratissimi e profuma i vialetti, quel giardino non avrebbe più la magia di prima. E quando a Milano spariscono insegne storiche, la città perde nel vento la propria memoria. In corso Venezia chiude il Girarrosto. Nulla di strano: le quattro sorelle Michi (Marcella, Miranda, Simona, Beatrice) - la più anziana 84 anni, la più giovane 69 - hanno semplicemente deciso di riposarsi e venduto il locale, che non sarà più ristorante. Il marchio Girarrosto va in pensione con loro. «Chiudiamo il 13 aprile. Fino all'ultimo serviremo la nostra pasta strascicata, il polpettone, i crostini, il risotto con l'ossobuco, il minestrone. Piatti regionali, soprattutto toscani, che da ottant'anni i milanesi apprezzano», dicono le figlie della mitica fondatrice Cesarina Mungai, imparentata con le famiglie importanti della ristorazione toscana che dominava a Milano. Al Girarrosto sono passati tutti quelli che contano, la chiusura è una sorpresa (non bella) per i clienti. «Il ristorante - confermano le Michi - va alla grande. Ma andare avanti, anche per l'età, è sempre più gravoso. Sulla nostra storia e sul locale, pieno di memorie, faremo un libro». Lo aspettiamo, il libro: basta sfogliare gli album con i ringraziamenti dei clienti (tra i quali artisti come Guttuso e Fontana) per immaginare quanto bello sarà. Ma adesso è l'ora, triste, di tirare giù la saracinesca. Oltretutto, da pochi mesi è mancato l'amatissimo nipote, Massimo, che gestiva la sala con tocco da gentiluomo. Chi si sedeva al Girarrosto? «Craxi, i sindaci di Milano. Cossiga, che spiava in cucina. Fernanda Pivano faceva la sua dieta, insalata e pollo: non raramente l'accompagnavamo a casa negli ultimi anni», ricordano le proprietarie. «Umberto Eco si sedeva là, vicino al tavolo fisso del giornalista Peppino Turani. Ci sono stati il maestro Muti e il ballerino Bolle, una buona forchetta. Montanelli veniva per la pasta e fagioli, che mangiava laggiù, da solo. C'è stata Carolina di Monaco, quando abitava a Milano. E mezzo mondo di cinema e tv. Poi i re della moda: Versace, Armani, Ferrè. Krizia». La lista riempirebbe una pagina: si fa prima a dire chi, tra i famosi, non è mai stato al Girarrosto. Ma attenti: in questo regno della buona cucina di tradizione, che Milano rimpiangerà, non si veniva per farsi vedere. Sono passate le più belle donne del pianeta, ma la discrezione le ha sempre salvate dal fastidio di paparazzi e cacciatori di autografi.

Altri tempi, altro stile.

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