Cronaca locale

Christo: «Ecco la mia opera che cammina sulle acque»

L'artista bulgaro mostra in anteprima al Giornale la sua installazione progettata per il lago d'Iseo

Marta Calcagno Baldini

L'artista ci riceve all'aperto, in quello che ora è il suo cantiere nella ex «Factory Caproni» come la chiama lui, ovvero l'azienda che produceva idrovolanti nel Novecento, tra la riva del Lago d'Iseo e la ferrovia sulla strada che arriva a Sulzano. Christo Vladimirov Javacheff, il celebre artista bulgaro classe 1935 famoso per i suoi impacchettamenti di monumenti o paesaggi in giro per il mondo con la moglie Jeanne-Claude, racconta a che punto è la sua nuova opera. Si chiama «Floating Piers», ed è un percorso di 3 km direttamente sulle acque del Lago d'Iseo da Sulzano a Montisola, passando per l'Isoletta di San Paolo. Inaugurerà il prossimo 18 giugno (fino al 3 luglio): «Non sarebbe un problema per me realizzare un'isola intera ex novo in un lago dice subito con convinzione e naturalezza - ma per la mia ultima opera ho scelto il lago d'Iseo perché qui esiste Montisola che non solo è l'isola lacustre più alta d'Europa, soprattutto è abitata: e quello che mi interessa è anzitutto la naturale relazione che esiste già tra gli abitanti e questo territorio, relazione che con il Floating Piers aumenterà e cambierà».

Il progetto di Christo nasce anche grazie all'amicizia con Umberta Gnutti Giussalli Beretta, appassionata d'arte contemporanea e moglie di Franco Giussalli Beretta, della fabbrica d'armi omonima nonché attuali proprietari dell'isola di San Paolo, davanti a Montisola. Con la sua strada galleggiante direttamente sulle acque del Lago, l'intenzione è di creare momenti nuovi di condivisione dello spazio, un modo diverso per stare insieme in un contesto naturale di grande bellezza. «Si può avere una visione sempre rinnovata dell'opera anche salendo sulle montagne della costa o sulla stessa Montisola dice - e il mio lavoro è da vivere: bisogna camminare, sentire l'acqua, l'aria, il clima, esserci fisicamente». Estrae dalla tasca una piantina piegata in quattro, la distende, si vedono i paesi direttamente interessati all'opera (Sulzano, Peschiera Maraglio a Montisola e l'Isola di San Paolo), poi indica un punto d'incontro nel lago realizzato ad hoc tra tre vie sull'acqua provenienti rispettivamente dall'Isola di San Paolo e due diverse parti di Montisola: «Qui ci sarà anche una piazza vera e propria creata da noi sul Lago, sarà un luogo d'eccellenza per far incontrare le persone». Un'opera per aprirsi al prossimo, quindi, per stare insieme, per provare un'esperienza nuova: ecco il regalo che Christo ha pensato in occasione dei suoi 80 anni compiuti nel 2015. Un dono da dieci milioni di euro tutti ottenuti senza aiuti pubblici: la CVJ Corporation è una società creata apposta da Christo per le sue opere, e si occupa di chiedere soldi in prestito alle banche per la realizzazione dei vari progetti, denari che poi restituisce tramite un intelligente giro di entrate dato dalla vendita dei bozzetti e tutto il materiale che documenta l'operazione. Al termine del «Floating Piers», persino per tutti i cubi di plastica che sostengono il percorso nell'acqua si è già trovata una sistemazione: «Li venderò dice - verranno tritati, ridotti in scaglie di polietere e ci sono già aziende che le compreranno».

Entrare nel cantiere è emozionante: ecco una ventina di ragazzi in tuta arancio cadmio al lavoro, molto eleganti nel contrasto tra l'azzurro dell'acqua e il bianco dei cubi che stanno assemblando per ricavare i vari blocchi da 100 metri che poi mano a mano vengono condotti lungo il lago a creare il percorso. Camminiamo su alcuni già pronti in attesa di essere trasportati: Christo mi invita a sentire il pavimento morbido e ondeggiante, il vento, a vedere la luce forte del sole, a notare che ogni blocco ha i bordi che terminano dolcemente nel lago (effetto ottenuto riempendoli più o meno di acqua). Poi mi mostra la pista dove atterrerà l'elicottero: tra il 13 e il 18 giugno arriverà qui in volo la stoffa arancione che verrà distesa su tutto il percorso. Gli si illumina lo sguardo mentre mi descrive gli effetti che si potranno ottenere con questo tessuto: «È cangiante, ricco di sfumature a seconda della luce e dell'acqua che lo potrà bagnare».

Un progetto analogo era stato in precedenza bocciato in Giappone e Argentina. Come è stata possibile, invece, la realizzazione del «Floating Piers» in così poco tempo in un paese burocratizzato come l'Italia? «Questa è l'unica nazione al mondo che ha l'arte e la cultura nella propria Costituzione dice riferendosi all'articolo 9 - la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. È vero, la burocrazia può essere una complicazione, ma in Italia ci sono le persone che hanno una sensibilità adatta a capire il valore della cultura. E questa sensibilità non la inventi, non la compri, ce l'hai nel DNA: come Germano Celant, che fin da subito mi ha aiutato e che cura la mostra al Santa Giulia di Brescia Christo and Jeanne Claude. Water Projects, o come Giuseppe Faccanoni, presidente dell'Autorità di Bacino del Lago. Quindi sì, ci sono state delle complicazioni burocratiche magari, ma io ho trovato anzitutto delle persone.

E se la gente capisce, e ascolta, si va avanti».

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