Cronaca locale

Ciak in città: già 376 domande in sette mesi

Milano sembra essere diventata il set ideale per girare film, serie tv, pubblicità e videoclip

Stefano Giani

Il volto cinegenico di Milano fa numeri di prestigio. Il set, insomma, abita sempre più sotto la Madonnina e il trend cresce. Nei primi sette mesi sono arrivate 376 richieste in Comune per avere l'autorizzazione di girare film, pubblicità, documentari, serie tv, fiction, videoclip ed esercitazioni didattiche. La cifra, riferita al 31 luglio, può lievitare ancora nella seconda parte dell'anno e superare ogni record. Nel 2016 le domande furono 497, ne mancano quindi 120 per superare un tetto che sale continuamente, fatta eccezione la flessione del 2014, anno di maggior crisi e difficoltà. Dalle 327 del 2012 si è passati alle 387 del 2013 calando a 359 per il 2014 e poi risalire a 478 nel 2015 - l'anno di Expo - per arrivare alle 497 di un anno fa.

Il merito della ripresa che passa anche dal cinema va riconosciuto a due fattori. Il volto di una città che, nonostante le sue pecche, ha un sempre maggiore appeal internazionale sotto l'aspetto della cultura e dell'efficienza. La semplificazione di regolamenti e norme che consentono di percorrere con facilità l'iter procedurale per aprire nuovi set. Un assetto confermato dai numeri. Il 60% ha presentato più di una richiesta di «girare» a Milano e questa fetta si divide ulteriormente in un 24% che ha inoltrato fino a tre domande e un 36% candidatosi ad almeno quattro autorizzazioni.

La parte del leone spetta ai servizi fotografici, già 203 quest'anno rispetto ai 207 che furono complessivamente nel 2016. I film sono stati finora 29 tra lunghi e corti, di cui solo tre gli stranieri. E questa è una nota sorprendente perché fino a qualche tempo fa erano le produzioni internazionali - soprattutto cinesi, giapponesi e orientali in generale - a voler girare in città. Film che in Italia non sarebbero mai arrivati ma che esibivano Milano come biglietto da visita nel Sol Levante. In piazza Duomo una produzione di Pechino con attori in Italia sconosciuti aveva seminato scene di delirio nella comunità orientale perché i protagonisti erano autentici beniamini del pubblico in Asia. Curioso l'atteggiamento dei milanesi, interessati più a capire che cosa mai giustificasse lo scatenarsi di tanti cinesi davanti a quel set in piazza. Ben 59 invece le serie televisive di cui solo otto non italiane, 35 i documentari, per metà stranieri, 36 tra esercitazioni e videoclip e 14 spot.

È naturalmente il centro ad attrarre di più. Piazza Duomo, la Galleria e piazza della Scala sono l'oggetto del desiderio di 128 registi mentre il Castello, l'Arco della Pace e il parco Sempione - pur altrettanto suggestivi - hanno avuto l'interesse di 89 autori. Trentanove vorrebbero un ciak a Montenapo e 33 tra piazza Cavour, corso Venezia e i Giardini Montanelli.

Solo in 30 hanno messo Brera in cima alle loro preferenze.

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