Cronaca locale

Dalla Cina uno show tra sogno e realtà

Torna "Shen Yun": balli e scene sontuose per celebrare la danza classica del Paese

Dalla Cina uno show tra sogno e realtà

Torna in Italia, in un nuovo allestimento al Teatro degli Arcimboldi, da oggi a lunedì (ore 20.30, domenica ore 16, ingresso 110-60 euro più prevendita, per informazioni tel 02.64.11.42.212.), «Shen Yun» dell'omonima Performing Arts di New York che già toccò il nostro paese nel 2008 e nel 2014.

Lo spettacolo, una ricchissima messa in scena a cavallo tra antica tradizione cinese e moderne tecnologie, è al contempo un racconto, una sfida e una celebrazione di ciò che la danza classica cinese fu per molti secoli. Il racconto è quello che passa, grazie alle coreografie sontuose e coloratissime firmate dal danzatore Yungchia Chen, attraverso una serie di racconti e leggende popolari cinesi; la sfida è invece quella contro un potente regime, quello della Cina rossa nata dalla rivoluzione maoista, che di un certo passato, soprattutto quello legato a temi come la spiritualità, ha fatto strame. Nella Cina comunista e atea non vi era certo spazio per ciò che «Shen Yun» cerca di raccontare: alla base c'è infatti il rapporto con il mondo trascendente, soprattutto attraverso i temi della corrente spirituale del Falun Gong, perseguitata dal regime di Pechino così come peraltro altre filosofie e fedi, dal cristianesimo al buddismo. Eppure c'è stata - come spiegano i realizzatori di «Shen yun» - un'epoca in cui la Cina era «la Terra del Divino, un luogo dove cultura e fede erano considerati un dono del cielo». Insomma, la ferita non si è mai rimarginata e lo spettacolo atteso agli Arcimboldi racconta, con un folto gruppo di ballo e una ricca orchestra dal vivo, storie di un felice passato remoto soprattutto quella della prospera e mitica dinastia Tang - e di un presente molto meno roseo, macchiato «da cinquant'anni di menzogne». Nelle file della Shen Yun Performing Arts dal 2007, Yungchia Chen è cresciuto nel Sud della Cina ed è successivamente emigrato prima a Taiwan, infine negli Stati Uniti.

A portarlo oltreoceano fu, quello stesso anno, una competizione internazionale di danza classica cinese, organizzata dalla stazione televisiva New Tang Dynasty Tv di New York. A vincere quella competizione fu proprio Yungchia Chen. Il passaggio nelle file di «Shen Yun» è stato, per il giovane coreografo e danzatore, una stimolante occasione professionale ma anche una conversione filosofico-religiosa: «Con Shen Yun è cambiato tutto spiega - Ogni cosa sembra diversa. La danza era la cosa più importante della mia vita. Adesso invece lo è la fede. Essere parte di Shen Yun è stato un processo di elevazione sia per il mio corpo che per la mia anima. Nel tentativo di far rivivere la cultura tradizionale, dobbiamo rispettarne i valori e la filosofia. Il nostro ritorno al tradizionale non può essere limitato al solo spettacolo. I cinesi delle epoche antiche avevano infatti grande fede e rispetto per il divino». In un anno, «Shen Yun» calca più di cento palcoscenici: «Siamo stati in teatri famosissimi come il Kennedy Center e il Lincoln Center spieha Yungchia Chen - e ancora in altri in tutta l'Asia, l'Europa, il Canada e il Sud America.

Shen Yun mi ha letteralmente permesso di danzare su un palcoscenico mondiale, questa è un'esperienza inestimabile per qualsiasi ballerino».

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