Cronaca locale

A Cinisello non sventola più bandiera rossa: il risveglio choc della "città dormitorio"

La vittoria del leghista Ghilardi negli ex quartieri operai traditi dal Pd

A Cinisello non sventola più bandiera rossa: il risveglio choc della "città dormitorio"

Fuochi d'artificio e cori da stadio: «Chi non salta comunista è». A Cinisello Balsamo dopo la mezzanotte di domenica il centrodestra non festeggia solo una vittoria ma un'impresa storica.

La sconfitta «è dura e fa male» ha commentato a caldo il coordinatore metropolitano del Pd Pietro Bussolati. Una sconfitta «che brucia» ha aggiunto ieri il segretario regionale Alessandro Alfieri mentre provava malamente a sostenere che comunque è andata «meglio del previsto», qui e nel resto della Lombardia. Dopo Sesto San Giovanni un anno fa, il capogruppo uscente della Lega Giacomo Ghilardi ha polverizzato l'ultimo fortino rosso del Milanese, la roccaforte dove la sinistra governava ininterrottamente dal Dopoguerra. È un risveglio choc ieri per i militanti e i colonnelli dem che fino all'ultimo avevano sperato di invertire il risultato del 10 giugno. Ghilardi aveva sfiorato la vittoria al primo turno contro la sindaca uscente renziana Siria Trezzi. Domenica il finale è stato chiarissimo dopo lo scrutinio dei primi seggi in centro, dove il candidato unico del centrodestra era avanti addirittura di trenta punti. É finita con quindici punti di vantaggio: 56,2% a 43,7. Ghilardi, 33 anni, fino all'ultimo aveva chiesto la fiducia ai cinisellesi: «Non abbiate paura, spalanchiamo insieme le porte al cambiamento. Ora o mai più». Trezzi nella notte ha ammesso la sconfitta: «Inizia per noi un'opposizione responsabile ma ferma. In questo momento di grande tristezza il mio pensiero va ai sostenitori, abbiamo fatto tutto il possibile».

È una fake news. La sinistra si è cullata troppo a lungo nella certezza che la città-dormitorio alle porte di Milano, dove gli operai impiegati nelle grandi fabbriche di Sesto o lungo gli assi a nord del capoluogo si trasferirono a vivere a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta, si sarebbero accontentati ancora di politiche buoniste e più attenzione alle cooperative edilizie che agli inquilini delle case popolari. Hanno visto da vicino il modello Sesto - Villa Rachele è praticamente a cavallo tra i due Comuni -, dove il primo sindaco di centrodestra Roberto Di Stefano in un anno ha arruolato i soldati per alzare il livello di sicurezza, ha puntato su un modello di sviluppo del territorio. Cinisello si è svegliata dal torpore, e l'onda lunga del governo Lega-M5S ha debellato anche gli anticorpi più resistenti al cambiamento. Bastava attraversare nelle scorse settimane una zona popolare come il quartiere Crocetta, dove il 60% degli inquilini nei palazzi anni Sessanta sono extracomunitari che minacciano gli anziani o chi prova a far rispettare le regole minime del quieto vivere, per intuire che il ceto medio e basso aveva perso fiducia nel Pd. Si aggiungano i disagi provocati dalla moschea abusiva di via Frisia, il caso del 29enne egiziano espulso ad aprile perchè risultava affiliato ai foreign fighters. La Lega ha promesso linea dura contro le moschee abusive, polizia locale h24, più telecamere.

E la città operaia ha sfrattato la sinistra, da domenica è iniziata un'altra storia.

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