Cronaca locale

"Tangenti per occupare a portinai e ispettori Aler"

La denuncia di alcuni residenti del quartiere Lorenteggio: "Con mille euro aiutano gli irregolari a entrare negli alloggi"

"Tangenti per occupare a portinai e ispettori Aler"

«Ma a chi la vanno a raccontare quelli dell'Aler? Vogliono far credere di essere tutti dei santarelli? Per 1.200 euro o anche per mille c'è non solo chi ti segnala l'appartamento libero e tira giù la porta in lamiera con la quale i vertici Aler fanno credere di aver sigillato l'alloggio popolare rendendolo a prova di abusivo, ma ti arreda persino la casa! Non scopriamo l'acqua calda quando diciamo che è scandalosa la connivenza tra certi personaggi che sostengono di essere lì a “controllare” gli stabili di edilizia popolare e alcuni portinai. Fanno business con la povera gente! Poi a pagarne le spese sono solo gli abusivi. Questa divisione mi fa schifo. Ed è per questo che non riesco a schierarmi dalla parte delle istituzioni o di chi sgombera, soprattutto chi manda via abusivi solo di religione musulmana. Gli anarchici? Non posso odiarli. Anzi, sì, li odio, ma solo perché sporcano questo quartiere rendendolo più letamaio di quello che è già».

Il ragazzo si chiama Abu, è somalo, ha una trentina d'anni e il sorriso della persona perbene, perfettamente integrata e infatti non solo ha modi ineccepibili ma parla perfettamente l'italiano. Ha un lavoro e 4 figli Abu, è nato qui e non occupa abusivamente, ma paga un regolare affitto in zona. Cammina per via Odazio al Lorenteggio insieme alla cugina Haua, una 40enne sorridente dall'aspetto di una ragazzina, musulmana con il velo. Sempre con la felicità stampata sul volto la signora ammette senza problemi di occupare una casa Aler poco distante, in via Segneri. Guardano sconsolati le strade del quartiere dove sono nati, a Milano, reduce dall'assalto degli anarchici che l'altra mattina si sono scontrati con la polizia per impedire lo sgombero di una famiglia di tre adulti e un bimbo marocchino in via degli Apuli 6 e poi si sono allungati verso gli estremi confini di questa area a Sud ovest della città che non sembra nemmeno Milano, in piazza Tirana, per creare un gazebo di protesta, un presidio di rabbia. Alla fine lo sgombero è riuscito, nonostante lanci d'immondizia, sassi, pietre, uova e schegge di vetro. Nonostante un poliziotto del reparto mobile sia rimasto contuso al viso per il lancio di qualcosa, di un oggetto che, sembra, nessuno abbia ancora capito cosa sia.

Nel delirio totale di gente che fuggiva, riparandosi in casa o correva a nascondere la macchina perché non facesse la fine di quella a cui gli anarchici avevano spaccato i vetri in via Odazio, il traffico nelle zone limitrofe è stato bloccato, le strade si sono svuotate di colpo e l'atmosfera tesa ha reso la giornata ancora più plumbea e tetra di quel che era in partenza, il quartiere più sporco e degradato, gli odori fetidi miasmi.

«Tutti occupano abusivamente qui e a peggiorare la situazione sono arrivati gli zingari - continua Abu - Lo so che non è giusto, ma allora perché Aler non assegna gli alloggi sfitti?». «Sì - gli fa eco Haua - ce ne sono centinaia vuoti. E poi perché sgomberare solo noi musulmani? O tutti dentro o tutti fuori. Anche perché basta pagare e qualcuno che ti butta giù una porta e ti fa entrare, com'è successo a me, lo trovi sempre».

Le portinaie in via Segneri negano tutte. Nella vicina via dei Giaggioli, invece, un'inquilina di origini orientali, anche lei residente in uno stabile Aler dove sono in molti a non pagare l'affitto, ammette che, quando era andata a vivere lì, qualche anno fa, si erano fatti avanti non solo per farla entrare in casa buttando giù la porta di un appartamento libero, ma procurarle i mobili e rinfrescarle le pareti. «Sì, il portinaio dell'epoca era disponibile per 200mila lire - spiega la donna -. Io, però, i soldi per l'affitto li ho e lo pago.

Punto».

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