Cronaca locale

Città (e auto) intelligenti per tagliare traffico e smog

Il «Quattroruote day» immagina la mobilità del futuro Condivisione e guida autonoma per recuperare spazi

Antonio Ruzzo

«Negli Anni Novanta pensavano un po' tutti che il futuro del mondo sarebbe stato virtuale. Che le città sarebbero sparite... E invece poi hanno avuto un boom e oggi solo in Cina si potrebbero costruire chissà quante altre città...». Carlo Ratti architetto e professore del Massacchussets Insitute tecnology, il Mit di Boston dove tra i prof sono passati 87 premi Nobel, spiega alla platea che le previsioni erano sbagliate ma che indietro non si torna. Che le reti digitali non hanno ridotto la necessità di spazio fisico, che non si può far tutto in digitale anche se moltissimo è cambiato e molto cambierà. L'occasione per fare il punto di come saranno le metropoli, di come ci si muoverà e del ruolo che avranno reti digitali e numeri nel nostro futuro che poi in realtà è gia presente se non passato, è stato ieri il QuattroruoteDay organizzato all'Unicredit Pavilion di Piazza Gae Aulenti. Come al solito un importante momento d'incontro che ha sottolineato come molte previsioni del passato, come spesso accade, si siano rivelate inesatte: «Abbiamo sempre più dati a disposizione- spiega Ratti- A New York ad esempio sono stati mappati tutti i movimenti dei taxi in una giornata. E ci siamo chiesti quanti possono essere condivisi, oggi che nelle città si condivide sempre di più dai servizi, alle case, ai divani, ai servizi. Quanti taxi possono essere condivisi senza creare disagi o ritardi alle persone? Lo studio ci ha detto che nella Grande mela condividendo si possono tagliare il 40 per cento delle corse dei taxi e ciò significa meno traffico e meno inquinamento. E la stessa cosa si può fare a San Francisco, a Singapore a Vienna e a Milano». Previsioni. «Previsioni» che sono stati anche il titolo e il filo conduttore del convegno di Quattroruote aperto dal direttore Gianluca Pellegrini che coglie l'occasione per ripercorrere le tappe più significative del 2016, anno in cui sono stati celebrati i primi 60 anni del mensile che ha segnato la storia e il costume del nostro Paese e che si prepara a grandi trasformazioni editoriali ma anche con un nuovo prototipo che in colaborazione con Ied e Pininfarina che sarà presentato al prossimo Salone di Ginevra: «L'auto e la motorizzazione di massa hanno portato consapevolezza- spiega il direttore di Qauttroruote- L'auto ha segnato tendenze e così sarà anche nel futuro che però avrà innumerevoli declinazioni». Al centro dell'attenzione l'utilizzo dei big data da parte del mondo automotive: «Un'opportunità straordinaria, ma che dev'essere ancora capita e sfruttata in tutta la sua complessità- spiega Michele Bertoncello, partner di McKinsey- I trend inevitabili della mobilità saranno quelli dell'elettrificazione, della guida autonoma, della mobilità condivisa e della connettività». Auto intelligenti che si muoveranno in autonomia e che in realtà già si muovono: «Non sono il futuro, sono già ieri- spiega Ratti- A Singapore Uber nella sua flotta ha già auto a guida autonoma. E ciò cambia davvero tutto perchè questa è la direzione per tagliare con la condivisione del 20 per cento le auto in circolazione. In una città dove le auto sono intelligenti non servirebbero più neppure i semafori, stiamo studiando incroci a flusso continuo, regolati come il traffico aereo negli aeroporti». Se una città condivide, riduce i flussi di traffico, recupera spazi, trasforma aree abitative ciò che prima destinava a posteggio. Utopia? Esercizi di stile di chi è abituato a tradurre in linee e forme sogni e immaginazione? Non proprio e la prova che come il digitale, i dati, i mezzi intelligenti possano trasformare non solo le città in «smart cities» ma anche altri settori arriva dall'Expo : «Lì abbiamo presentato un progetto realizzato per una grande azienda che produce macchine agricole- spiega Ratti- Con trattori a guida autonoma è possibile abbandonare le monocolture che per l'agricoltura sono una tragedia perchè impoveriscono i terreni, perchè obbligano ad usare fitofarmaci. La natura chiede varietà e con mezzi intelligenti lo stesso campo può essere seminato con sementi diverse in spazi ristretti...». Sembra fantascienza ma non lo è. Ci sono foto e filmati. Si può fare.

L'hanno fatto.

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