Cronaca locale

In città torna l'antiquariato, i galleristi: "Sfidiamo la crisi"

Dopo dieci anni torna la fiera che espone dipinti, sculture e arredi. "La qualità non conosce epoche"

In città torna l'antiquariato, i galleristi: "Sfidiamo la crisi"

A Milano si risveglia l'antiquariato dopo un decennio di silenzio e lo fa ad onore di un passato glorioso che proprio sotto la Madonnina ha visto esporre fiere di livello europeo come l'Internazionale d'antiquariato. Il palcoscenico torna ad essere il Palazzo della Permanente di via Turati dove oggi inaugura AMART, la mostra mercato dell'Associazione Antiquari Milanesi presieduta da Domenico Piva. Un ritorno che si auspica foriero di un legittimo futuro non soltanto in nome della tradizione, ma anche di un settore che vede le gallerie milanesi ai vertici di un mercato selezionato quanto difficile. Tra i 62 espositori presenti alla Permanente figurano infatti antiquari milanesi selezionati dalle più rigorose mostre mercato internazionali come il Tefaf di Maastricht; tra questi lo stesso Piva, Altomani & Sons e Longari. Negli stand sono presenti dipinti, sculture, arredi, argenti e tappeti, con una particolare attenzione all'Ottocento italiano. Si tratta di un segnale importante per un settore di mercato che in questi anni ha registrato un impasse rispetto alle opere d'arte moderna e contemporanea; senza contare il fatto che ormai da tempo l'epicentro italiano, per quanto riguarda l'antiquariato, è rappresentato dalla Biennale di Firenze (Biaf).

«Milano deve riprendersi il ruolo di primo piano che gli spetta - sottolinea uno degli espositori - anche nell'eventualità di una partnership con la Biennale di Firenze». Del resto, la proliferazione di fiere d'arte resta una condizione inevitabile per un collezionismo che frequenta sempre meno le gallerie, preferendo acquistare alle aste o alle preview delle mostre-mercato; ma rappresenta anche un limite soprattutto in un settore, come quello dell'antiquariato, dove i capolavori scarseggiano. «È falso affermare che l'antiquariato sia in profonda crisi - dice il gallerista Marco Voena - perchè la grande qualità è sempre premiante; ad essere crollato è casomai il mercato degli arredi classico-borghesi, ma i cosiddetti old masters non conoscono freni e anzi oggi sono esposti anche nelle più importanti fiere d'arte moderna e contemporanea». A chiarire la congiuntura è il presidente Domenico Piva: «Il settore dei mobili risente della crisi perchè più soggetto alle eredità familiari e le nuove generazioni, anche per esigenze di spazio, preferiscono arredi meno impegnativi».

Più «facile» e attrattiva resta la pittura, che anche ad AMART vede in mostra opere accattivanti, come Capriccio delle prigioni di San Marco di Canaletto (Lampronti) o la Natività di Niccolò Corso (Moretti), o ancora una Natura Morta di Carlo Francesco Nuvolone (Baratti).

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