Cronaca locale

Claudia Losi e la natura: l'arte in un battito d'ali

A Porta Nuova le opere dell'artista piacentina che esplora il mondo animale e vegetale

Claudia Losi e la natura: l'arte in un battito d'ali

Gli artisti italiani contemporanei, rispetto ai loro colleghi stranieri, pagano lo scotto di non essere abbastanza sostenuti da musei e istituzioni, e ciò li penalizza su scala internazionale. Un fatto, questo, che nulla ha a che vedere con contenuti e qualità della ricerca artistica. Una riprova si ha in questi giorni negli spazi della galleria De Cardenas di via Viganò, dove è in corso la personale dell'artista piacentina Claudia Losi, appena reduce dalla sua personale alla Collezione Maramotti e dalla partecipazione alla Triennale di Hangzhou in Cina. In mostra ci sono i lavori recenti di un'artista raffinata che, attraverso tutti i linguaggi - dalla scultura all'installazione al video - esplora in modo originale le tematiche legate alla natura. Non in una chiave di iperbole scientifica, come nel recente progetto di Pamela Rosenkranz alla Fondazione Prada, ma in un'ottica tutta umanistica e simbolica che in qualche modo ne evidenzia l'identità mediterranea. La mostra si intitola «Asking Shelter», che vuol dire rifugio, e dà il titolo ad alcune sue opere emblematiche: una serie di primitive capanne di rami intrecciati che, ricoperti di spine, esprimono in realtà illusione e precarietà. Le sue riflessioni si manifestano più spesso attraverso materiali tessili, su cui l'artista ricama in modo seriale immagini legate al mondo animale e ai cicli della vita. Ricami che evocano scritture arcaiche e che dunque vogliono assumere una valenza quasi mitica, etnologica e cosmogonica. Un esempio di questa esigenza narrativa è nel ciclo di arazzi di seta colorata che campeggiano al centro di una delle stanze della galleria, su cui l'artista ha stampato un bestiario enciclopedico con accostamenti paradossali. Il visitatore è accolto dalla stampa dell'immagine fotografica di un ovulo femminile fecondato, dal cui vetro frontale fuoriescono fili di cotone che rendono l'opera tridimensionale e la legano ad una scultura appesa esterna. Si tratta di un'opera fortemente simbolica, sorta di primum movens per un avventuroso viaggio nell'ecosistema artistico della Losi, in cui ogni elemento pare indicare un codice per decifrare l'alfabeto dell'universo.

Emblematica è in questo senso la serie dedicata alla farfalla, simbolo esoterico per eccellenza, rappresentata ora con una sorta di incisioni rupestri «in negativo» su lastre di marmo, ora nel video che riprende ossessivamente gli ultimi battiti d'ali.

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