Cronaca locale

Il clochard senza nome nascosto in una cantina

Dopo due ore di «trattativa» è emerso tremante dal sottoscala, coperto dalla polvere bianca dell'estintore scaricatogli addosso dagli inquilini per stanarlo. Barba lunga, abiti laceri, gli hanno chiesto il nome, lui ha farfugliato parole confuse, perché non si ricordava chi fosse. Adesso è in un letto dell'Humanitas per verificare se i gas inalati non gli abbiano fatto male, ma soprattutto per una energica lavata e un paio di buoni pasti con cui rimetterlo in sesto. E chissà che non gli torni la memoria.

Lo «smemorato» si era rifugiato qualche giorno fa in un seminterrato delle case popolari di via Saponaro 32, una torre di un ventina di piani. Un angolo cieco, in fondo alle scale dove aveva portato tutti i suoi averi: qualche cartone, un paio di coperte e pochi stracci. Una presenza che alla lunga ha irritato i suoi «coinquilini» che l'altra sera gli hanno dato lo sfratto. Solo che non era facile stanarlo da quel sottoscala. E così tra grida, insulti e tentativi di ogni tipo qualcuno ha avuto la brillante idea di impugnare una di quegli estintori a polvere, solitamente usati nelle centraline elettriche, e l'ha scaricato addosso all'indesiderato ospite a mo' di gas lacrimogeno.

La mossa non ha sortito però il suo effetto, l'assediato è rimasto rintanato nel suo angolo, in compenso il trambusto ha messo in allarme l'intero caseggiato. Tra gli inquilini una signora non ha condiviso il brusco intervento nei confronti del clochard e ha chiamato i carabinieri. Verso mezzanotte dunque sono arrivati un paio di equipaggi e un'ambulanza del 118. Alla vista delle divise tutti si sono squagliati così ai carabinieri e al volontari non è rimasto che cercare di fare uscire lo spaventatissimo clochard. È partita una sorta di trattativa durata un paio di ore. Nessun sembrava riuscire a convincere l'uomo a uscire dal quel buco, nemmeno il personale dell'assistenza sanitaria, gente ben abituata a trattare con questi casi umani.

Solo verso le due, timidamente, lo sconosciuto ha tirato fuori la testa, salito i gradini verso i suoi salvatori che l'hanno preso in consegna, sporco, abiti laceri, coperto di polvere da testa a piedi. Dimostra sui 35 anni ma addosso non ha documenti per cui le prime domande sono state «Come ti chiami, chi sei?». Ma lo sconosciuto ha risposto con un sorriso alienato. Così un'ambulanza l'ha portato all'Humanitas per una visita medica approfondita, una energica strofinata e qualche buon pasto.

Chissà non bastino a fargli tornare la memoria.

Commenti