Cronaca locale

"Un colpo di sonno" Ma la versione del pirata non convince i giudici

Rischia 10 anni per omicidio stradale l'uomo che ha ucciso un automobilista in viale Monza

"Un colpo di sonno" Ma la versione del pirata non convince i giudici

Sarà il giudice preliminare Valerio Natale a decidere nelle prossime ore la sorte del protagonista del caso più eclatante di omicidio stradale accaduto a Milano da quando questo reato è stato inserito nel codice: Franko Della Torre, l'italiano 33enne di origine serba che prima dell'alba di domenica è ha ucciso un milanese di 57 anni, Livio Chiericati, piombandogli addosso col suo suv in viale Monza. Il pubblico ministero Francesco Cajani ha chiesto che Della Torre venga tenuto in carcere in attesa del processo in cui rischia una condanna fino a dieci anni di carcere: a dodici, se si dimostrasse che oltre a guidare come un pazzo era sotto l'effetto di droghe o alcool.

«Ho avuto un colpo di sonno», è stata la spiegazione che Della Torre ha cercato di fornire al pm Cajani subito dopo essere stato arrestato dalla polizia locale. Ma i suoi movimenti a botta calda sembrano dimostrare una notevole lucidità di movimenti, dopo il terribile schianto avvenuto all'angolo tra viale Monza e via Popoli Uniti. Invece di fermarsi a prestare soccorso al povero, che agonizzava a bordo della sua Nissan, Della Torre si è allontanato a piedi precipitosamente, ma prima si è curato di prelevare qualcosa dalla sua Audi Q8, con un gesto che è stato chiaramente immortalato dalle telecamere di sorveglianza. Durante l'interrogatorio l'uomo prima ha negato di avere preso nulla, poi ha cambiato versione: «Era lo zainetto di mia figlia», ha provato a sostenere. Una versione che non convince gli inquirenti, che sospettano che anche l'involucro prelevato dai rottami abbia a che fare con la doppia vita del pirata della strada: a casa dell'uomo sono stati trovati degli scatoloni pieni di banconote contraffatte.

La fuga di Della Torre dal luogo dello schianto può essere stata anche motivata dall'obiettivo di rendere inutile il controllo del tasso etilico e il narcotest, che dopo un certo numero di ore non danno più risultati attendibili. Ma dopo averlo bloccato all'ospedale di Rho dove era andato a farsi medicare, i «ghisa» lo hanno sottoposto ugualmente alle analisi per verificare eventuali tracce superstiti.

Secondo il pm Cajani, i requisiti per accusare l'uomo di omicidio stradale ci sono tutti: dalle violazioni plurime del codice della strada (viaggiava a quasi cento all'ora, e ha «bruciato» almeno due semafori rossi, all'omissione di soccorso. E ci sono anche gli elementi di pericolosità sociale, il pericolo di fuga e di altre imprese criminali. Ma si dovrà ora vedere se il giudice sarà dello stesso avviso, o lo scarcererà in attesa del giudizio.

«Sia fatta giustizia anche in terra», scrive una amica di Chiericati sulla pagina Facebook della vittima.

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