Cronaca locale

Commendator Bestetti Il golden boy azzurro che ha sorpreso Silvio

Ecco chi è (e dove vuole arrivare) il ragazzo cresciuto a Baggio e finito sotto i riflettori al Dal Verme

È nata una stella ma un po' si nasconde. «Sono il primo e l'ultimo dei militanti» assicura. Marco Bestetti, coordinatore dei giovani di Forza Italia, dalla ribalta del teatro Dal Verme è finito sotto tutti i riflettori. Perché il leader del movimento, Silvio Berlusconi gli ha fatto i complimenti, lo ha preso sottobraccio, lo ha bonariamente redarguito per quel bottone rimasto aperto. «Mi ha perdonato la camicia senza cravatta, visto che eravamo di mattina, ma la giacca devo abbottonarla», sorride Marco alla fine di una giornata piena di lavoro, telefonate ed emozioni. «Il presidente l'ho visto carico - racconta - pieno di energia. Sento che Berlusconi ha voglia di Milano e Milano ha voglia di Berlusconi e delle nostre battaglie». Ha 28 anni, Marco, ma c'era il giorno del Predellino e ricorda tutte le piazze azzurre.

Ieri il suo idolo politico, nel corso della manifestazione di apertura della campagna elettorale più importante dell'anno, ha perfino raccontato una barzelletta ispirata dal suo milanesissimo cognome, Bestetti, perfetto per un commendatore (l'altro è il Brambilla) protagonista di una storia divertente e osé. «È noto che il presidente ami raccontare aneddoti e storie. E sapevo che il mio era un nome che ha in testa come prototipo del milanese o del brianzolo». E Bestetti milanesissimo lo è davvero, da generazioni. Padre bancario, madre insegnante e poi casalinga. Oggi è consigliere di zona 7, quella del suo quartiere, Baggio, storica periferia, la stessa di Maurizio Lupi: «...e di Pietro Tatarella e di Licia Ronzulli» aggiunge subito. Cita il suo amico Pietro, capogruppo comunale, e cita Fabio Altitonante, consigliere regionale. I due organizzatori dell'evento di ieri, «Rialzati Milano». «Siamo una squadra, loro sono i miei fratelli maggiori». E Marco è il tipico fratello ideale. O il nipote, piuttosto, visto che come prima elettrice cita la nonna. Ha l'aria del bravo ragazzo. Coscenzioso, saggio, prudente, ma anche simpatico e sorridente. Si è laureato con 108, oggi lavora nell'ufficio legale di una società autostradale. Ama la montagna. Sa di avere un fascino rassicurante che dagli schermi dei talk show politici, anche regionali, fa colpo soprattutto sulle signore, magari non più giovanissime. «È un elettorato importante, saggio».

Berlusconi lo notato in tv. «Il presidente lo abbiamo incontrato, e da grande comunicatore ci ha dato dei consigli sulle apparizioni televisive. Per esempio ci ha suggerito di non rispondere alle interruzioni accavallando le voci». Parla con la prima persona plurale, Bestetti. È un primo della classe che non suscita invidie, perché passa il compito anche agli altri e poi esce con loro a bersi una birra. E il suo profilo facebook è pieno di foto in compagnia. «Penso di essere socievole. Ho la natura dell'animatore del villaggio turistico, forse lo ero in un'altra vita. Mi piace stare in compagnia, ballare. Canto anche abbastanza bene».

E ama cantare insieme agli altri. Si sa che la sua attuale ambizione è fare il presidente di zona 7. E se qualcuno gli fa notare che potrebbe forse aspirare a un incarico anche più importante, risponde con le sue scarpinate in Valtellina o in Valle d'Aosta: «I miei mi hanno insegnato che in montagna non si corre. Un passo per volta, passi stretti e vicini. Se corri hai l'impressione di far prima ma poi cadi». E in politica, in effetti, è pieno di astri nascenti che si sono offuscati: «Io sono un uomo di partito, vedremo. Voglio andare avanti, certo, ma non bruciare le tappe o scavalcare altri». Sono a disposizione del partito, sono un militante» ripete. Anche perché, a forza di piccoli passi, un po' di strada si è accorto di averla fatta. «Quel che è successo ieri non può che farmi piacere ma ora non cambia di una virgola il mio modo di fare politica. Sono nato in periferia, a Baggio, politicamente e anagraficamente.

E ora sarò a un gazebo in via Washington».

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