Cronaca locale

Il Comune espropria palazzo per abusi edilizi mai sanati

L'edificio di via Isimbardi diviso in cellette e affittato, ma non era abitabile. Potrebbe ospitare associazioni

Il Comune espropria palazzo per abusi edilizi mai sanati

Da luogo di abusi edilizi e illegalità a nuova area a disposizione dell'amministrazione per progetti sociali o di rigenerazione urbana. È il destino dell'edificio di via Isimbardi, angolo via Palmieri al, quartiere Stadera estrema periferia sud della città. Un tempo laboratorio ad uso terziario, lo stabile è stato oggetto di diverse costruzioni abusive, quali la suddivisione degli ambienti in piccoli appartamenti per affitti brevi e la chiusura e l'interdizione al passaggio del portico di accesso a 15 box sotterranei regolarmente affittati a cittadini della zona.

La denuncia è arrivata dai cittadini della zona che un giorno si sono trovati un muro che impediva l'accesso ai loro box. Da lì è partito l'iter burocratico previsto dall'articolo 31 del DPR 2001/380 «Interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire in totale difformità o con variazioni essenziali» che prevede appunto che «Se il responsabile dell'abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine di 90 giorni dall'ingiunzione, il bene e l'area di sedime, nonchè quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del comune».

Scaduti i termini dell'ordinanza con cui l'amministrazione - spiegano da Palazzo Marino - intimava la proprietà al ripristino delle condizioni iniziali dell'edificio e alla rimozione degli abusi riscontrati, grazie a un importante lavoro degli uffici dell'Urbanistica l'edificio è stato ufficialmente espropriato. «È la prima volta che agiamo in maniera così radicale per ripristinare la legalità laddove i privati persistono nel non sanare situazioni abusive - sottolinea l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran -. Da oggi l'area è di proprietà del Comune, che provvederà a metterla in sicurezza, ripristinare l'agibilità dei box, e individuare una proposta di riuso con il Municipio 5».

Le ipotesi sono la concessione ad associazioni o l'abbattimento totale dell'edificio per creare una nuova piazza o consentire un intervento di edilizia convenzionata. Nei prossimi giorni gli abusi verranno demoliti. «La via maestra - spiega il presidente del Municipio 5 Alessandro Bramati - per noi sarebbe quella di mantenere l'edifico e destinarlo a servizi per il quartiere. Certamente sarà necessario effettuare un sopralluogo per capire le condizioni interne dell'immobile. Sembra, infatti, che internamente il palazzo sia stato suddiviso in cellette che rendono impossibile utilizzarlo per sportelli o uffici pubblici». Il tema quindi è chi si potrebbe fare carico eventualmente dei lavori di sistemazione, «si potrebbe pensare a un affidamento ad associazioni in cambio dei lavori di ristrutturazione, ma è ancora presto per dirlo».

Se, invece, si optasse per edilizia residenziale, l'edifico verrebbe messo a bando.

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