Cronaca locale

Il Comune vuole super poteri quelli che negava alla Moratti

Degrado e illegalità sempre più diffusi La sinistra tenta di correre ai ripari E adesso invoca misure straordinarie

Il Comune vuole super poteri quelli che negava alla Moratti

«Il sindaco sceriffo non appartiene al nostro ordinamento costituzionale». Sono lontani i tempi in cui il candidato sindaco Giuliano Pisapia gridava allo scandalo contro le ordinanze antidegrado «figlie» del Pacchetto Sicurezza dell'allora ministro Maroni. I tempi sono cambiati? Il mandato è alla fine? I cittadini italiani sono esasperati dalla condizioni di degrado e di insicurezza in cui sono costretti a vivere? Oggi la sinistra, in primis il sindaco di Torino Piero Fassino presidente dell'Anci, seguito a ruota dall'assessore alla Sicurezza del Comune di Milano Marco Granelli (Pd) esultano per i nuovi super poteri che il ddl Alfano metterà nelle mani dei primi cittadini. «Quando il disegno di legge sulla sicurezza urbana sarà approvato i Comuni potranno essere più efficaci nel contrasto al degrado e all'illegalità - dichiara Marco Granelli -. Potremo attivare strumenti più incisivi contro l'accattonaggio molesto e sviluppare le indagini contro i racket dello sfruttamento che hanno già dato ottimi risultati. Tutto questo a favore dei cittadini e della loro sicurezza».

Ma il pacchetto sicurezza di Maroni (2008), proprio quello criticato da Pisapia, conferiva ai sindaci la possibilità di emanare ordinanze in tema di sicurezza e degrado, esattamente come fa oggi il ddl Alfano. Letizia Moratti fu tra i primi sindaci, seguita da amministrazioni «rosse» come Padova e Venezia, a emanare ordinanze specifiche e creare task force dedicate della polizia locale contro il degrado. «Il centrodestra a Milano ha raggiunto ottimi risultati sulla sicurezza grazie alle Ordinanze sindacali, applicate di concerto con l'allora ministro Maroni» ricorda la coordinatrice Fi Mariastella Gelmini.

Nel 2011 la Corte costituzionale bocciò le ordinanze in quanto non fissavano un limite temporale ai nuovi divieti, come ricorda con un certo sarcasmo il governatore lùmbard: «Condivido la proposta di dare più poteri ai sindaci, è la strada giusta: l'avevo già fatto io da Ministro dell'Interno, con il Pacchetto Sicurezza Urbana, e aveva funzionato. Poi il governo Monti cancellò le mie leggi. Ora le mie buone idee ritornano? Bene, meglio tardi che mai». «La decisione della Consulta di bocciare le norme sugli ampi poteri di ordinanza dei sindaci in tema di sicurezza - commentava allora Pisapia - dimostra una volta di più che non è così che si combattono il degrado e la criminalità. È bene che i sindaci affrontino i problemi sociali, delle povertà e quelli connessi al degrado delle grandi città con strumenti adeguati. Ad esempio operando con seri programmi di riqualificazione dei quartieri a rischio e assumendo nuovi vigili di quartiere». Ora gli arancioni hanno cambiato idea?

«Ci vuole la volontà politica, non basta dire “Più poteri ai sindaci in materia di sicurezza”. Poi i sindaci li usano questi poteri? - osserva polemico l'ex vicesindaco Riccardo De Corato -. Anche perché il sindaco ha già il potere di emanare ordinanze contingibili e urgenti. A Milano l'ordinanza contro l'accattonaggio molesto c'è già, ma Pisapia non la usa.

Per non parlare delle occupazioni abusive, che si potrebbero combattere intervenendo in flagranza di reato».

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