Cronaca locale

Concerti da "brivido" con strumenti di ghiaccio

«Live» all'Ice dome (200 posti) fino a marzo. Suonati violini e violoncelli scolpiti da Tim Linhart

Concerti da "brivido" con strumenti di ghiaccio

Nato nel New Mexico, ha sempre preferito l'inverno che si è procurato in Europa, vivendo in tenda per molti anni, a zonzo per la Scandinavia. Una notte, nel silenzio iperboreo, ha ascoltato e capito: anche il ghiaccio emetteva suoni. Compattandosi, sciogliendosi. Quella è stata musica per le orecchie di Tim Linhart che oggi, in 36 anni di carriera come scultore, è un vero «Ice doctor» e ha deciso di inventarsi una seconda carriera come emulo di Stradivari e Guarnieri. Solo, un po' più al freddo. Per lui niente legno, solo ghiaccio. Sculture, oggetti: lui ha scolpito tanto, come non ci fosse un domani, o meglio, finché il sole non sciolga tutto. Ora è approdato, con la sua ultima sfida, sul ghiacciaio del Presena, quota 2.600 metri sopra le piste del Tonale. E ha risentito quella musica che ha deciso di «intrappolare» nelle sue nuove creature: sembra una fiaba dei Grimm o Andersen dove l'incantesimo di una fata, più o meno arrabbiata, congelava tutto. Lui, invece, da vita ai suoi strumenti scolpiti in puro ghiaccio italiano.

«Perché dice - se riuscire a far risuonare la cassa di un violino è un capolavoro dell'uomo, la musica che esce dal ghiaccio è celestiale e dal freddo l'anima si riscalda». Violini, violoncelli, mandolini, anche percussioni: «Tutto tranne i fiati», scherza lui. Lo scioglimento, immettendo la voce, sarebbe istantaneo. E invece il resto dell'orchestra resiste. «Servono 10°C, massimo 4°C, poi fa troppo caldo per lavorare». A dargli manforte è arrivato da Trento anche Nicola Segatta, compositore, musicista con studi in liuteria. Suo il primo cello su cui ha posato mani e fantasia Giovanni Sollima. Il musicista palermitano per l'overture di stagione si è chiuso in una bolla di plastica a 8° e - fra berretto e guanti che lasciavano liberi solo i polpastrelli - ha suonato Bach, Nirvana e composizioni sue e del collega trentino. Il cello ha incantato tutti: questa magia sarà il leit motiv di una prossima stagione musicale che per dirla con Vivaldi porterà quattro stagioni di musica in alta quota.

Fino al 30 marzo l'appuntamento è al passo Paradiso affacciato sul ghiacciaio: 10 minuti di ovovia e tre a piedi (in piano) e si potrà comodamente accomodarsi in teatro. L'Ice dome ca va sans dire è stato altrettanto scavato nel ghiaccio con una capienza di 200 posti e l'unica accortezza: che il pubblico non sieda troppo vicino all'orchestra. Ci sono volute oltre cinque settimane per scavare le sue tre cupole nel ghiaccio, intagliare cavea e golfo mistico e collaudare il tutto, con tanto di gatto delle nevi a passare sul tetto, a garanzia della stabilità. I concerti saranno delle matinée, alle 15 e 16.30 giovedì e domenica, alle 16 e alle 18 il sabato. Il giovedì spazio alla Ice orchestra «Lumiere» con 16 elementi e un cartellone che va dalla classica alla musica folk. Il loro disco «Shakespeare for dreamers» è giù un cult. Hanno già suonato alla Konzerthaus di Vienna e a Roma per la laurea honoris causa di Mario Draghi e collaborato con la Filarmonica di Trento. Il sabato i concerti puntano su band o solisti.

Il 19 gennaio la scena è tutta jazz con Mirko Pedrotti, mentre il 2 febbraio arriva il rock di Cristina Donà. Finale il 30 marzo con il ritorno in quota di Giovanni Sollima. Il dopo concerto? Spazio all'emozione di un ghiacciao perenne e alle lusinghe dei due rifugi in zona che oltre a cene corroboranti con sauna nel caso di capanna Presena - offrono anche possibilità di dormire in quota (Info www.pontedilegnotonale.com.

Prezzi da 30 euro (impianti e concerto a 60 euro (con cena in quota).

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