Cronaca locale

Controlli a stranieri, aggredito agente in borghese

Controlli a stranieri, aggredito agente in borghese

Lotto, metrò rossa. È mattina presto quando un gruppo di balordi, tutti peruviani, in giro dalla notte precedente, scavalca i tornelli. Un vigile in borghese li vede, si avvicina e li richiama: «Ehi, fermatevi, ci vuole il biglietto». Non l'avesse mai detto. Il gruppo, in tutto otto ragazzotti, lo spinge in una zona appartata del mezzanino e lo riempie di botte. Sul posto arrivano otto volanti della polizia e arrestano gli unici tre della banda che non riescono a fuggire. E che, anzi, se ne restano lì con tono di sfida, senza aver paura né di denunce, né di manette.

Il paradosso è che la stessa storia è andata in scena, tale e quale, la settimana prima. Basta cambiare il nome della fermata (Cairoli al posto di Lotto), della vittima (un controllore e non un vigile) e l'orario (le 23,30 di sera e non le 6,30 del mattino). Ma per il resto il canovaccio è lo stesso: stessi biglietti non pagati, stessa violenza, stessa arroganza. E ancora: lunedì scorso ad essere aggredito è stato il conducente dell'autobus 723, che si è visto sferrare un pugno in pieno volto da un passeggero. Risultato: pronto soccorso e naso rotto.

I rappresentanti dei dipendenti Atm sono su tutte le furie. «Non è possibile lavorare in queste condizioni». Chi cerca di fare rispettare la legalità rischia la vita. Già, perché durante l'aggressione è un attimo che saltino fuori tirapugni o coltellini.

Sull'argomento interviene anche il leader della Lega Nord Matteo Salvini, che pubblica sui social networ un «volantino» per denunciare l'episodio di ieri mattina a Lotto. «Spero che quei sudamericani si facciano almeno 24 ore di galera» commenta con una punta di ironia. «E spero - aggiunge - che Pisapia per una volta si svegli».

I tranvieri e i controllori non si sentono sicuri e urlano a gran voce che «ormai è diventato impossibile svolgere bene il nostro lavoro». Alle volte ci pensano due volte prima di chiedere il biglietto a qualche passeggero che è palesemente senza. «Vogliamo portare a casa la pelle». Come a dire che la legge del metrò tutela i più violenti, quelli che, tra minacce e insulti, fanno quel che gli pare e non vengono intimoriti nemmeno da una divisa.

Lo scorso ottobre, all'altezza a Cadorna, c'è stata una rissa a bordo di un treno solo perché un ragazzo, per difendere la fidanzata, ha cercato di ribellarsi allo scippo da parte di un gruppo di rom. È finita a botte, creando scompiglio e paura fra i passeggeri. «Siamo stufi di vedere vecchiette che vengono da noi in lacrime perché sono state derubate. Serve un piano sicurezza vero in vista di Expo.

Non siamo pronti per accogliere un tale flusso di passeggeri».

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