Cronaca locale

In corsa l'ex leghista che si ispira a Trump

Il proprietario dell'hotel dei Cavalieri: «Non temo Cracco. Farò ossobuco e risotto doc»

«Farò il risotto con l'ossobuco come si deve, mica il kebab. Carlo Cracco sta per aprire un ristorante nel Salotto? Non mi spaventa». Roberto Bernardelli, 68 anni, ha presentato un'offerta e punta ad aggiudicarsi lo spazio della «Locanda del Gatto rosso» in Galleria. É stato assessore ai servizi sociali della giunta Pillitteri a inizio degli anni Novanta e poi, in quota Pensionati, della giunta Borghini in piena Mani Pulite («se non arrivava qualcuno a Palazzo Marino ti chiedevi se era in ritardo o altro»). É stato consigliere comunale, regionale e deputato della Lega di Umberto Bossi, ha fondato la Lega Padana Lombarda, nel 2004 si è candidato a presidente della provincia di Milano con una coalizione formata da Lega Padana Lombardia, No Euro e Fronte Cristiano (ma ha raccolto meno del 2%), ha fondato il movimento indipendentista Unione Padana e ieri era nell'ufficio all'Hotel dei Cavalieri di piazza Missori, che prima con il padre e poi da solo gestisce da quarant'anni, ad organizzare la prima uscita della sua nuova associazione culturale. Si chiama «Far tornare grande il nord» (copyright Donald Trump» con il suo «far tornare grande l'America» della campagna delle presidenziali Usa) e al convegno del 5 marzo ci saranno il senatur Umbero Bossi a cui ha «fregato» due ex segretarie e il governatore Roberto Maroni, il presidente della Liga Veneta fabrizio Comenici e il suo movimento autonomista («ad altri verrà il mal di pancia? Pazienza» ogni riferimento al segretario della Lega Matteo Salvini è puramente causale). Per non farsi mancare niente, Bernardelli alle ultime comunali si è candidato nella lista del Carroccio a sostegno del candidato sindaco del centrodestra Stefano Parisi.

Chi glielo fa fare di buttarsi in una nuova avventura nel campo della ristorazione? «Bisogna sempre mantenersi attivi» e «portare il marchio dei Cavalieri in Galleria sarebbe un bel biglietto da visita». Mentre l'hotel di piazza Missori ha il contratto d'affitto in scadenza a fine anno, ma conta sulla rinnovo («altrimenti lascio a casa 50 dipendenti»), Bernardelli ne ha aperto un altro a Firenze e - lui, secessionista e irriducibile - sei anni fa ha preso in gestione un altro albergo al sud, vicino alla Reggia di Caserta («che è più bella di Versailles, hanno un clima fantastico, ma tra le mozzarelle col tbc e altre vicende sembra il posto della sfiga totale» scherza). Nel curriculum ha un arresto tre anni fa: nel 1997 partecipò all'occupazione del campanile di San Marco a Venezia da parte dei secessionisti veneti e la procura di Brescia che lo considera uno dei finanziatori del «tanko», il trattore trasformato in mezzo corazzato dai Serenissimi. Ogni volta che rientra dal suo ranch in Texas lo fermano all'aeroporto per lungh controlli, «mi mettono in uno stanzone coi siriani». Ora confida nel bando per la Galleria, perchè «bisogna difendere l'imprenditoria locale». Ma sull'apertura dell'offerta tecnica a porte chiuse ha parecchio da dire.

ChiCa

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