Cronaca locale

«Così ho convinto i sindaci a ospitare i richiedenti asilo»

Il prefetto Lamorgese ha incontrato i rappresentanti di tutti i 134 Comuni della cintura intorno a Milano

Marta Bravi

Sarà firmato giovedì, alla presenza del ministro dell'Interno Marco Minniti il «Protocollo per una accoglienza equilibrata, sostenibile e diffusa dei richiedenti la protezione internazionale». Il patto, proposto ai 134 comuni della cintura milanese, sarà sottoscritto da circa una sessantina di sindaci. «Il sindaco di Milano Sala ha parlato di un'adesione pari al 90 per cento, diciamo che a stare larghi sarebbero ottanta comuni, a stare stretti una sessantina» spiega il prefetto di Milano Luciana Lamorgese.

«Sono a Milano da tre mesi, e sono stati tre mesi intensi. Grazie all'esperienza che ho maturato come commissario per i profughi a Venezia nel 2011 e poi come capo di Gabinetto del Viminale sono stata assegnata a Milano per capire le problematiche di un territorio solidale che, tradizionalmente, apre il suo cuore a chi arriva. La prima settimana - racconta il prefetto Lamorgese durante l'incontro Immigrazione e cooperazione nella sede della città metropolitana - ho riunito tutti i 134 sindaci, poi ho iniziato a incontrarli a piccoli gruppi perché credo che le questioni si affrontino e si risolvano seduti attorno a un tavolo e guardandosi negli occhi. Veri attori del protocollo operativo per l'accoglienza sono i comuni, la Prefettura è qui per dare una mano e stare al fianco degli amministratori». Secondo il Patto i sindaci hanno un ruolo fondamentale nell'individuare sul territorio gli immobili idonei, che possono essere reperiti dai privati, tramite la Caritas o l'Agenzia per i beni confiscati. «Quello che ho visto in questi mesi - continua Lamorgese - è un cambiamento di atteggiamento da parte dei sindaci man mano che andavano avanti gli incontri». Come ha fatto? Creando un dialogo e un'interlocuzione con i rappresentanti delle amministrazioni locali. «Ho cercato di far capire ai sindaci - spiega - che il protocollo poteva essere conveniente anche per loro: due i vantaggi, il dimezzamento della quota di richiedenti asilo da accogliere, stabilita dall'Anci con il governo, e un ristoro economico da utilizzare per opere pubbliche e visibili alla cittadinanza, e non per i migranti. Questo insieme all'impegno dei richiedenti asilo in lavori socialmente utili è un segnale per la popolazione. Duplice l'effetto: i residenti vedono la collaborazione dei migranti ai bisogni della collettività e permette agli stessi migranti di sentirsi parte di una comunità». In sostanza: «L'immigrazione può essere vista come un'opportunità». Parola di Luciana Lamorgese.

Non la pensa così Alberto Villa, sindaco (Forza Italia) di Pessano con Bornago, comune di 9125 abitanti della Martesana, che non aderirà al Protocollo: «Firmare o meno non cambia nulla: se accetto mi viene dimezzata la quota è vero, ma si tratta di una percentuale che cambia con gli arrivi, quindi non ho alcuna certezza». Ma per i sindaci che aderiscono c'è un bonus economico.... «Noi percepiamo dal ministero 250 euro al mese per migrante, come rimborso, e nel testo di questo bonus per le opere pubbliche non c'è traccia». C'è anche il vantaggio di non subire sequestro di beni demaniali per accoglienza... «Nel mio paese non ci sono caserme.

Non mi cambia nulla, non firmo».

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